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La sfida del protossido di azoto

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È uno dei gas serra che sta accelerando il cambiamento climatico, danneggiando lo strato di ozono e mettendo a rischio gli obiettivi dell’Accordo di Parigi: è il protossido di azoto (N₂O), un gas 270 volte più efficace del biossido di carbonio nel riscaldare il pianeta. L’N₂O rappresenta circa il 10% del riscaldamento globale netto dall’era industriale e oggi proviene in gran parte dall’uso di fertilizzanti sintetici e letami: è il terzo gas serra per importanza e il principale responsabile attuale della distruzione dello strato di ozono.

Come riporta un comunicato dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, l’ N₂O è il protagonista del rapporto Global Nitrous Oxide Assessment, pubblicato dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) e dalla stessa FAO in occasione della Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite (COP29) tenutasi a Baku, in Azerbaigian.

Il rapporto invita ad azioni ambiziose e immediate, supportate da strumenti pratici per affrontare questo inquinante dimenticato. Attraverso approcci innovativi e collaborazioni internazionali, come la Climate and Clean Air Coalition (CCAC) e il protocollo di Montreal, si punta a rafforzare la resilienza climatica, la sicurezza alimentare e la protezione dell’ozono, garantendo uno sviluppo sostenibile a lungo termine.

Il rapporto sottolinea come la mancata riduzione delle emissioni di N₂O renda impossibile limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C: le misure proposte da UNEP e FAO potrebbero tagliare le emissioni di oltre il 40%, evitando l’equivalente di 235 miliardi di tonnellate di CO₂ entro il 2100 e fino a 20 milioni di morti premature dovute all’inquinamento atmosferico entro il 2050. Interventi come la trasformazione dei sistemi produttivi agroalimentari e una gestione più sostenibile dell’azoto non solo riducono le emissioni, ma migliorano la qualità dell’aria e dell’acqua, proteggono la salute umana e rafforzano gli ecosistemi. La riduzione simultanea di protossido di azoto, ossidi di azoto e ammoniaca contribuisce a una gestione integrata più efficace.