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Lisina e dazi antidumping, la posizione di FEFAC

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La Federazione Europea dei Produttori di Mangimi Composti (FEFAC) ha rilasciato una dichiarazione ufficiale in merito al nuovo regolamento della Commissione Europea, il Regolamento 74/2025/EC, che impone dazi antidumping provvisori sulle importazioni di lisina provenienti dalla Cina. Secondo FEFAC, questa misura potrebbe avere un impatto significativo sul settore europeo della mangimistica e sull’intera filiera agroalimentare e rappresenta una sfida significativa per l’industria dei mangimi in Europa.

FEFAC ribadisce la necessità di politiche commerciali che garantiscano la competitività del settore senza compromettere la sicurezza dell’approvvigionamento. Nel suo comunicato, l’organizzazione invita la Commissione Europea a valutare attentamente gli effetti di lungo termine di questa misura, sottolineando l’importanza di un equilibrio tra la tutela dell’industria europea e la necessità di mantenere una filiera di approvvigionamento stabile ed efficiente.

L’associazione chiede un dialogo aperto tra le parti interessate per individuare soluzioni che non penalizzino il settore mangimistico europeo.

L’impatto sui costi della produzione di mangimi

La lisina è un amminoacido essenziale utilizzato nell’alimentazione animale per migliorare la qualità nutrizionale dei mangimi. L’imposizione di dazi sulle importazioni cinesi potrebbe determinare un aumento dei costi per i produttori di mangimi, con ripercussioni a cascata sull’intero comparto zootecnico. Secondo FEFAC, l’Europa dipende in larga misura dalle importazioni di lisina, e l’introduzione di questi dazi rischia di ridurre la competitività del settore rispetto ai mercati globali.

Un altro punto critico sollevato dalla FEFAC riguarda la stabilità dell’approvvigionamento di lisina nell’Unione Europea. La produzione interna non è sufficiente a soddisfare la domanda del mercato e le alternative disponibili potrebbero non garantire prezzi competitivi o forniture costanti. L’associazione esprime la preoccupazione che le restrizioni commerciali possano compromettere la sicurezza alimentare e la sostenibilità economica del settore zootecnico.