Home Legislazione Ogm, USDA esclude dall’elenco gli organismi geneticamente ottimizzati

Ogm, USDA esclude dall’elenco gli organismi geneticamente ottimizzati

511
0

Le piante il cui patrimonio genetico è stato modificato con il sistema CRISPR/Cas9, portato sotto alle luci dei riflettori dalla possibilità di correggere singole lettere del DNA di un organismo, devono essere considerate organismi geneticamente modificati (ogm)? Secondo il Dipartimento dell’Agricoltura statunitense (USDA), la risposta potrebbe essere negativa. Questo sistema utilizza infatti un enzima del tutto naturale per modificare il DNA senza introdurre nessuna sequenza genetica proveniente da altri organismi. Per questo motivo l’USDA ha deciso di non considerare ogm le piante create DuPont e da Caribou Biosciences utilizzando proprio CRISPR.

 

Sfruttare CRISPR permette infatti di ottenere organismi ‘geneticamente ottimizzati’ piuttosto che ‘geneticamente modificati’, proprio perché al loro interno non vi è alcun DNA estraneo. In questo modo si spera – o almeno lo fanno i colossi Monsanto e DuPont – di mettere un punto a un’ormai lunga controversia.

 

Ad offrire un esempio di ciò che è possibile fare utilizzando il sistema CRISPR/Cas9 è il caso dei funghi che non diventano più scuri nel momento in cui vengono lasciati ad essiccare all’aria, messi a punto dal ricercatore della Penn State University (Stati Uniti) Yinong Yang. Nel fungo geneticamente ottimizzato sono state eliminate piccole porzioni di un gene specifico senza introdurre nel suo genoma nessun DNA estraneo. “Per questo – ha spiegato Yang – abbiamo pensato che sulla base della definizione descritta nelle normative non ci fosse una base scientifica valida per concludere che il fungo modificato con CRISPR fosse soggetto a regolamenti”.

 

In effetti l’USDA ha confermato che il fungo in questione non è soggetto alla sua approvazione. Tuttavia, lo stesso USDA ha comunicato a Yang che potrebbe essere soggetto al vaglio di altre autorità, come la Food and Drug Administration (FDA) e l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente (EPA). Forse potrebbe quindi essere troppo presto per considerare chiuso il dibattito, ma i colossi del settore sembrano ottimisti, tanto che Monsanto ha già siglato un accordo per l’autorizzazione all’uso in agricoltura del sistema CRISPR/Cas9 con il Broad Institute del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e di Harvard.

 

Foto: © Alex011973 – Fotolia.com

Silvia Soligon