Home Legislazione “La Commissione europea autorizzi subito quei prodotti GM”

“La Commissione europea autorizzi subito quei prodotti GM”

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Tre importanti associazioni di produttori a livello europeo, COCERAL, FEDIOL e FEFAC, hanno chiesto pubblicamente alla Commissione europea di prendere una decisione entro questo mese su otto prodotti geneticamente modificati sui quali l’Efsa, l’Autorità per la sicurezza alimentare, si è già espressa positivamente. I produttori sono preoccupati del fatto che il ritardo nell’autorizzazione aggraverà il sistema agricolo e industriale del Continente, già aggravato da una crisi di lunga durata e dalla dipendenza dalle importazioni extra-UE.

 

L’Europa dipende infatti per il 75% del suo fabbisogno di ingredienti proteici, come soia, mais e colza, dall’import. Il fabbisogno per il sistema alimentare e mangimistico già oggi raggiungono quota 414 milioni di tonnellate di cereali, semi oleosi e derivati. “Qualsiasi ulteriore ritardo – afferma Paolo Della Tolla, presidente di COCERAL – porterebbe al risultato di una situazione inevitabilmente suicida per l’Europa, che condurrà ad interruzioni commerciali importanti, così come a una grave incertezza giuridica”.

 

Le tre sigle sono d’accordo sul fatto che l’Europa non può tentennare, visto che “molto di questi prodotti geneticamente modificati sono attualmente già coltivati e raccolti in paesi esportatori chiave per l’UE e non ci vorrà molto tempo – aggiunge Della Tolla – prima che la loro presenza inevitabile inizi a essere registrata nei canali commerciali tradizionali, senza riguardo al fatto che si commercino prodotti Gm o non-Gm”. Sulla stessa linea anche Kevin Brassington, presidente dellac FEDIOL, e Ruud Tijssens, presidente FEFAC, che conclude: “C’è una necessità urgente che la Commissione Europea fornisca la certezza del diritto per gli operatori del settore dei mangimi per quanto riguarda l’accesso al mercato di vitali forniture di materie prime. Ogni ulteriore ritardo nel processo di approvazione potrebbe favorire la perdita di competitività del settore dell’allevamento in Europa”.

Red.