Da quando sono comparse sul mercato le prime materie prime geneticamente modificate (GM) si è avuta un alternanza delle disposizioni di legge che ne concedevano o meno l’impiego, al di là del fatto che queste avessero una autorizzazione a livello comunitario.
Fra tutti, si ricorda il caso del noto Decreto “Amato”, oggi superato dalla legislazione europea, che aveva vietato in Italia l’impiego di quattro varietà di mais GM, nonostante avessero ricevuto l’autorizzazione a livello europeo.
Quella situazione vissuta in Italia dopo il 2000 che aveva determinato problemi per chi, come l’industria mangimistica, necessita di acquistare dall’Unione Europea o da Paesi Terzi materie prime, si sta riproponendo a livello europeo.
Le autorizzazioni asincrone
Infatti in Europa sta assumendo proporzioni sempre più imponenti il fenomeno delle cosiddette “autorizzazioni asincrone”. Come riportato in un rapporto della Commissione Europea DG-AGRI del 2007i il fenomeno delle autorizzazioni asincrone è dovuto alla lentezza nel concedere le autorizzazioni a nuovi eventi GM da parte dell’Europa.
Per fare il confronto con gli Stati Uniti d’America si pensi che in USA sono necessari circa 15 mesi per approvare un nuovo evento di trasformazione GM, mentre in Europa la procedura varia tra i 2,5 ed i 10 anni.
A differenza di quanto è plausibile pensare avesse ipotizzato il legislatore europeo a poco, se non a nulla, è valsa l’adozione del Regolamento CE n. 1829/2003, che stabilisce le procedure di autorizzazione dei nuovi eventi GM e che avrebbe dovuto determinare una maggiore fiducia degli Stati Membri nel processo di autorizzazione – che vede coinvolta anche l’EFSA – e che avrebbe dovuto ridurre i tempi di autorizzazione. Il problema delle autorizzazioni asincrone era stato anche previsto, tanto è vero che l’articolo 47 del Regolamento, per evitare problemi commerciali, stabiliva, in via transitoria per 3 anni, la tolleranza dello 0,5% per quegli eventi GM che non erano autorizzati in Europa, ma che avevano già ricevuto un parere scientifico (EFSA) favorevole. Ma ora, scaduto il periodo transitorio è scaduta anche l’applicazione della tolleranza dello 0,5%.
Il processo di autorizzazione è ancora lento, se non pachidermico, mentre la disposizione transitoria è decaduta, lasciando gli operatori del settore alimentare che importano materie prime a fare i conti con il fenomeno delle autorizzazioni asincrone.
Le ricedute commerciali
Le implicazioni commerciali sono talmente importanti che le autorizzazioni asincrone sono attualmente oggetto di studio ed approfondimento. Da un lato vi sono le autorizzazioni asincrone (AA) propriamente dette che sono quelle legate ad eventi GM autorizzati in Paesi Terzi ed in fase di autorizzazione a livello europeo, dall’altro, vi è la “presenza a bassi livelli (LLP)” legata o alla presenza di GM autorizzati in Paesi Terzi, per i quali non è stata richiesta alcuna autorizzazione a livello europeo (IFA) o alla presenza accidentale di eventi ancora in fase di propagazione del seme e non commercializzati.
Per fare un esempio concreto di autorizzazione asincrona, se consideriamo le principali materie prime importate da Paesi terzi, allo stato attuale ci sono 2 varietà di soia (LibertyLink, OptimumGAT), 2 di mais (AgrisureRW, YieldGard) e 7 di cotone (RRflex, WideStrike, SGK321, GK19, GFM, JK1 ed Cry1Ac) che non sono ancora autorizzate nella Comunità ma che sono già in commercio in alcuni Paesi terzi.
Recentemente, in luglio 2009, il Centro di Ricerca della Commissione Europea (JRC) ha pubblicato un rapportoii che valuta l’impatto delle autorizzazioni asincrone sul commercio. Se attualmente a livello mondiale sono coltivati circa 30 eventi GM, nel 2015 sono previsti oltre 120 eventi GM a quali si aggiungono gli incroci.
Tale situazione, conclude il JRC, da adito ad una situazione molto preoccupante per l’impatto economico sul commercio internazionale, soprattutto nei casi in cui i paesi importatori applicano una politica di “tolleranza zero” (come avviene in Europa).
La politica della tolleranza zero può comportare il blocco dei prodotti in importazione o, qualora il prodotto importato sia già stato utilizzato, l’attivazione del sistema di Allerta rapido per gli alimenti ed i mangimi (RASFF), con le relative implicazioni economiche e di immagine per tutto il comparto colpito.
L’attivazione delle allerte
Negli scorsi mesi a partire da giugno sono state attivate diverse allerte a causa della determinazione di presenza di tracce di materiale GM non autorizzato. Emblematico il caso in cui in una partita di semi di soia è stata riscontrata la presenza di mais GM non autorizzato. E’ evidente che si trattava di una presenza accidentale.
Importare è divenuta una “roulette russa”, infatti la probabilità di essere colpito dalla presenza accidentale non può essere controllata e, essendo dovuta principalmente alle caratteristiche del sistema logistico, colpisce indiscriminatamente qualsiasi tipo di materia prima.
La politica di tolleranza zero che applica l’Unione Europa assume aspetti grotteschi se si pensa che per tutti i contaminanti sia chimici che microbiologici sono stabilite delle soglie sotto le quali la loro presenza è tollerata e ciò avviene nonostante in molti casi si tratta di contaminanti con effetto nocivo per la salute.
Situazione ben diversa per i prodotti GM, per i quali in nome di un fantomatico principio di precauzione se ne richiede l’assenza assoluta e per i quali, non solo non stato provato alcun effetto nocivo sulla salute dei consumatori (vedi anche opinione EFSAiii), ma che addirittura in altri Paesi sono autorizzati proprio con finalità alimentari.
i DG-AGRI 2007 —-AGGIUNGERE la NOTA
ii The global pipeline of new GM crops – Implication of asynchronous approval for international trade – EUR 23486 EN – 2009
iii EFSA….
Pubblicato: Luglio-Settembre 2009
Foto: Pixabay
Michele Fusillo – Assalzoo