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Nuove tecnologie, in Cina un piano per produrre mais altamente proteico

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Al via in Cina un programma di selezione di mais ad alto contenuto proteico. In questo modo sarà accresciuto il ruolo di questa coltura come ingrediente chiave per la nutrizione degli allevamenti locali, promuovendo una produzione zootecnica di maggiore qualità. Il progetto – come fa sapere l’agenzia di stampa Xinhua – è stato messo a punto dall’Accademia cinese di Scienze agrarie.

Per sviluppare questa varietà di mais ad alto valore proteico, il programma si concentrerà sulla creazione di risorse fitogenetiche e utilizzerà il breeding molecolare. In questo modo sarà inoltre possibile definire nuove formulazioni di alimenti per animali. L’obiettivo del programma è il miglioramento della qualità nutrizionale dei mangimi e la riduzione dell’impiego di farina di soia, sempre in un’ottica di promozione dello sviluppo della mangimistica e della zootecnia cinesi.

La Cina è il principale consumatore di mais per mangimi e questo suo peso si farà sentire sul mercato mondiale nella prossima stagione. Secondo l’ultimo rapporto Fao Outlook, nel 2020/21 ci sarà un aumento del consumo di mais del 2,7% a livello globale, alimentato prevalentemente dal maggior impiego della coltura per la nutrizione animale: in Cina l’incremento sarà del 3%. La produzione di mais nel Paese asiatico, secondo le valutazioni del Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti, è prevista invece in calo del 4% per via delle preoccupazioni legate alla diffusione del parassita lafigma.

La zootecnia cinese è entrata in una nuova fase dopo l’epidemia di Peste suina africana. Si stanno infatti ricostituendo gli allevamenti di suini dopo le decimazioni causate dall’infezione. Questa necessità e la tendenza a privilegiare formulazioni di mangimi ad alto contenuto proteico potrebbero spiegare l’aumento dell’import di farine proteiche in Cina. Tuttavia sulla soia pesa l’incertezza per via delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti, tra i principali esportatori di soia verso Pechino. A gennaio i due Paesi hanno firmato un accordo che dovrebbe allentare queste fibrillazioni, in base al quale la Cina dovrebbe aumentare le importazioni di prodotti agricoli tra i quali proprio soia e mais.

Per far fronte all’aumento della domanda di mangimi, infine, il governo cinese ha annunciato di recente alcune variazioni nelle politiche agrarie, tra cui l’annullamento della misura della riduzione delle aree coltivate a mais, il recupero delle aree incolte e la stabilizzazione delle superfici coltivate a grano.

 

Foto: Pixabay

red.