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Osservatorio territoriale qualità cereali: mais, frumento tenero, duro e orzo

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La filiera cerealicola costituisce uno dei settori più consistenti dell’economia agricola ed agroalimentare italiana. Ciononostante, negli ultimi dieci anni si è assistito a una forte riduzione della produzione nazionale, soprattutto in termini di superfici investite. In questo contesto, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, nell’ambito del Piano Cerealicolo Nazionale, ha finanziato il progetto “Osservatorio territoriale qualità cereali: mais, frumento tenero, duro e orzo”, realizzato dal CREA in collaborazione con ISMEA.

Qualità e sicurezza degli alimenti e aumento sostenibile della produttività sono le aree strategiche in cui si colloca tale attività progettuale. Obiettivo generale è il miglioramento degli standard qualitativi dei cereali prodotti in Italia, sia sotto l’aspetto merceologico che igienico-sanitario, al fine di favorire la ripresa del settore. Il progetto, coordinato dal Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali (CREA-CI), si svolge nell’arco del 2019 e ha come basi portanti le reti di confronto varietale e il monitoraggio delle caratteristiche qualitative e igienico-sanitarie per i seguenti cereali: mais, frumento duro, frumento tenero e orzo.

Mais

Il rilancio del mais risulta essere strategico per la zootecnia italiana e per la salvaguardia dei prodotti made in Italy, pertanto, nell’ambito di questo progetto, il CREA intende valorizzare la qualità del mais a livello nazionale, al fine di accrescere la competitività della zootecnia e dell’industria alimentare. A questo scopo, CREA-CI, sede di Bergamo, si avvale di:

Rete nazionale di confronto varietale mais finalizzata a fornire informazioni circa le potenzialità produttive, l’adattabilità ai diversi ambienti di coltivazione la suscettibilità alle malattie e la destinazione d’uso dei vari ibridi. Il punto di forza della rete è quello di valutare la quasi totalità del panorama varietale messo a disposizione dalle società sementiere, costituendo, in tal modo, uno strumento di fondamentale importanza a supporto dell’intera filiera maidicola. Il confronto tra tutti gli ibridi testati, sia in termini di capacità e stabilità produttiva, che di adattabilità agli ambienti di coltivazione, fornisce strumenti utili in modo che il maiscoltore possa effettuare la scelta varietale più opportuna e appropriata per la propria azienda.

Rete Qualità Mais per il monitoraggio delle caratteristiche igienico-sanitarie nelle fasi di stoccaggio e conservazione del mais e la valutazione delle caratteristiche qualitative in campioni provenienti dalla Rete nazionale di confronto varietale. La rete di monitoraggio dello stato sanitario delle partite commerciali di mais effettua la valutazione del contenuto in fumonisine, aflatossina B1, deossinivalenolo e zearalenone. I dati di monitoraggio hanno un’utilità immediata in quanto costituiscono un monitoraggio sul territorio fornendo agli operatori agricoli e ai trasformatori indicazioni utili per la programmazione e gestione degli approvvigionamenti; inoltre il monitoraggio a livello nazionale mette a disposizione dati oggettivi e tempestivi al MIPAAF per le comunicazioni alla UE. La determinazione del contenuto in micotossine nella granella di mais proveniente dai campioni forniti dalla Rete di confronto varietale ha lo scopo di valutare l’interazione genotipo/ambiente indicando quali genotipi sono maggiormente idonei ai diversi areali di coltivazione.

Frumento tenero

Il frumento tenero è prevalentemente destinato all’alimentazione umana, principalmente sotto forma di pane e prodotti da forno, pertanto sono richiesti standard qualitativi molto elevati sia dal punto di vista merceologico-tecnologico che igienico-sanitario. La valutazione qualitativa delle varietà, insieme al monitoraggio della salubrità delle farine prodotte, fornisce a tutti gli attori della filiera del frumento tenero utili informazioni circa le varietà coltivate che sono in grado di fornire i migliori risultati nei diversi areali di coltivazione. Gli stoccatori e i mugnai sono informati sulle caratteristiche delle varietà e sulle caratteristiche qualitative della produzione cerealicola dell’anno. Il maggiore rigore sul controllo qualitativo ed igienico sanitario delle partite di grano destinato alla conservazione, effettuato prima e dopo la raccolta, consente di migliorare la gestione delle operazioni di trattamento delle partite presso i centri di stoccaggio. In tal modo è garantita, una maggiore salubrità e qualità dei prodotti alimentari con innegabili benefici sulla salute umana e con notevoli vantaggi a livello economico.

Nell’ambito del progetto il CREA-CI, sede di Vercelli, conduce, sul frumento tenero della campagna agraria 2018-19, la valutazione qualitativa, intesa come qualità merceologica e tecnologica, e la valutazione sanitaria, con la determinazione del contenuto delle micotossine deossinivalenolo (DON) e T2/HT2, avvalendosi dei materiali derivanti dalla Rete Nazionale di confronto varietale. In questo modo si potrà fornire agli attori della filiera un quadro della qualità della campagna granaria; si potranno inoltre individuare eventuali aree a rischio micotossine e, auspicabilmente, informazioni sulla suscettibilità varietale all’accumulo di micotossine. Tutto questo con lo scopo di riassumere gli aspetti agronomici e ambientali che influiscono sulle caratteristiche qualitative ed igienico sanitarie del frumento tenero destinato alla trasformazione alimentare.

Frumento duro

La coltivazione del grano duro alimenta un comparto di grande rilievo per l’agricoltura italiana, in particolare per le regioni del Sud d’Italia. La scelta delle varietà più idonee ai diversi ambienti di coltivazione e dotate di caratteristiche tecnologico-qualitative richieste dai trasformatori è fondamentale in quanto permette di aumentare le rese e/o di ottimizzare la qualità del prodotto, senza incidere sui costi di produzione.

Il progetto supporta le attività realizzate dal CREA nell’ambito della rete di confronto varietale condotta nei principali areali meridionali della durogranicoltura nazionale, in buona parte concentrata nelle regioni di Puglia e Sicilia, consentendo di individuare e caratterizzare, dal punto di vista agronomico, le nuove cultivar a disposizione degli agricoltori.

Le sedi di Foggia e di Acireale di CREA-CI curano, inoltre, la realizzazione di un monitoraggio qualitativo del frumento duro, prelevando campioni di granella dai campi sperimentali della rete nazionale dislocati nei principali areali durogranicoli di Puglia e Sicilia da sottoporre alle principali analisi merceologiche e tecnologiche. Tale attività supporta l’aggiornamento tecnico scientifico degli stakeholder della filiera del grano duro – agricoltori, sementieri, operatori dei centri di stoccaggio e industriali della trasformazione – che possono ricevere informazioni utili sulle caratteristiche qualitative della materia prima distinte per varietà e area di provenienza.

Nelle stesse località della Rete sperimentale viene anche saggiato il comportamento in campo di varietà e linee emergenti di frumento rispetto alle principali malattie crittogamiche, con particolare attenzione nei confronti di nuovi ceppi di ruggine gialla, bruna e nera. Nel lungo periodo, il flusso di informazioni generate sulla incidenza delle malattie e sui ceppi di ruggini individuati negli areali di coltivazione permetterà di avere a disposizione una banca dati con la quale si delineeranno strategie di difesa che potranno essere utilizzati per intervenire con tempestività in caso di emergenze o di allerta.

Orzo

L’orzo è sia un cereale zootecnico da destinare alla preparazione di mangimi concentrati sia la materia prima di base per la produzione della birra. La granella di orzo rappresenta non solo una delle più importanti fonti di energia, ma anche un ingrediente base della razione in grado di migliorare lo stato di benessere dell’animale e di conferire caratteristiche qualitative ai diversi prodotti (carne, latte, formaggio, ecc.). Analogamente, l’orzo da birra – destinazione che richiede l’impiego di cultivar appositamente selezionate – contribuisce in modo determinante alla qualità del malto (prodotto intermedio) e della birra (prodotto finito). In quest’ottica lo sviluppo della coltura in futuro dipenderà dalla capacità della ricerca di mantenere ed incrementare i livelli produttivi e qualitativi delle varietà coltivate.

Le prove nazionali di confronto varietale sono volte alla valutazione agronomica e qualitativa delle principali varietà di orzo. Tale attività, condotta dal Centro di ricerca Genomica e Bioinformatica (CREA-GB) di Fiorenzuola D’Arda, si prefigge l’aggiornamento annuale del panorama varietale italiano per i cereali autunno-vernini. Per l’orzo da birra si effettua inoltre la caratterizzazione qualitativa in funzione della destinazione d’uso, favorendo lo sviluppo della filiera agro-industriale di questa produzione con benefici per agricoltori, utilizzatori e consumatori.

 

Questo lavoro è realizzato in collaborazione con ISMEA nell’ambito del progetto “Osservatorio territoriale qualità cereali” del Piano Cerealicolo Nazionale finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

 

Foto: Pixabay

Sabrina Locatelli, Patrizia Vaccino, Nino Virzìa, Alberto Gianinetti, Nicola Pecchioni