La rete delle prove varietali per l’orzo zootecnico, coordinata dal Centro di ricerca Genomica e Bioinformatica (CREA-GB) di Fiorenzuola D’Arda, fornisce una valutazione annuale del panorama varietale italiano per tale specie. Essa è il solo servizio che provvede tale tipo di informazione a livello nazionale. Nel 2019 il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, nell’ambito del Piano Cerealicolo Nazionale, ha finanziato il progetto “Osservatorio territoriale qualità cereali: mais, frumento tenero, duro e orzo”, realizzato dal CREA (con il coordinamento del Centro ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali, CREA-CI) in collaborazione con Ismea. In un periodo di carenza di fondi per la ricerca e lo sviluppo in agricoltura, tale progetto ha opportunamente supportato la realizzazione delle prove varietali dell’orzo presso il CREA-GB per la presente annata agraria.
La granella d’orzo è un ingrediente base della razione alimentare per diverse specie zootecniche, per le quali costituisce un’importante fonte di energia, ed è largamente utilizzata nella preparazione di mangimi concentrati. Altre destinazioni d’uso, quali la produzione della birra e il consumo umano, richiedono varietà con caratteristiche speciali, oggetto di specifiche sperimentazioni. Produttività e buone caratteristiche agronomiche sono richieste alle cultivar di orzo da zootecnia per assicurare un prodotto salubre e nutrizionalmente soddisfacente, nonché economicamente conveniente. Il miglioramento varietale è quindi perennemente all’opera, con un continuo aggiornamento del panorama varietale anche per questo tipico cereale zootecnico.
Nel 2018-2019 la rete delle prove varietali per l’orzo da zootecnia comprendeva 14 campi distribuiti in 10 regioni italiane, in cui sono state valutate complessivamente 39 cultivar a semina autunnale. Il CREA-GB, sulla base dei dati produttivi delle varietà valutate nell’ultimo biennio, provvede annualmente a stilare una lista di cultivar distiche e polistiche consigliate per gli areali Nord, Centro, Sud e Isole. La lista di quest’anno è riportata in tabella.
Cultivar di orzo da zootecnia consigliate (2019) |
||||
spiga |
cultivar |
Nord |
Centro |
Sud e Isole |
polistica |
Alimini |
X |
|
|
Amistar |
X |
X |
|
|
Azurro |
|
X |
X |
|
Etincel |
X |
X |
X |
|
Futura |
X |
|
|
|
Funky |
|
X |
X |
|
LG Aragona |
|
X |
|
|
Mattina |
|
X |
X |
|
Rafaela |
X |
X |
|
|
Visuel |
|
X |
|
|
distica |
Alastro |
X |
X |
X |
Atomo |
|
X |
|
|
Callas |
|
X |
|
|
Clarica |
X |
|
|
|
Esopo |
|
|
X |
|
Idra |
X |
X |
X |
|
LG Capricorn |
X |
X |
|
|
Sirio |
|
|
X |
|
Spazio |
X |
X |
X |
Nell’annata agraria 2018-2019 le condizioni metereologiche sono state, perlopiù, nella norma e la qualità complessiva della granella raccolta nelle prove è stata buona, con produzioni elevate in particolare al Centro Italia. Specificamente, la produzione media di granella nelle prove è stata di 6,9 t/ha al Nord, 8,1 t/ha al Centro e 6,5 t/ha al Sud e Isole. Le ultime annate hanno fornito risultati piuttosto altalenanti per l’orzo. Quest’anno le produzioni sono risultate in generale superiori rispetto alla scorsa stagione, con una maggiore percentuale di prove che hanno prodotto orzo “pesante” (peso ettolitrico > 64 kg/hL). I pesi ettolitrici sono risultati buoni in molte località e nettamente migliori di quelli del raccolto 2018, soprattutto negli areali del Centro e del Sud e Isole. Non tutti i campi, tuttavia, hanno prodotto granella classificabile in questa categoria commerciale. È utile rammentare che gli orzi distici garantiscono pesi ettolitrici solitamente più elevati e generalmente più stabili rispetto ai polistici, con produzioni analoghe o leggermente inferiori. Questo trend è stato confermato anche nelle prove del 2019.
In tale senso, è importante considerare che il mercato prezza meno le partite di orzo con basso peso ettolitrico, che talora risultano difficili da smerciare. Da qui il potenziale interesse per gli orzi distici, che nel corso dei decenni sono diventati sempre più diffusi sul mercato italiano e che hanno ormai raggiunto, dal punto di vista produttivo, le performances di quelli polistici, teoricamente avvantaggiati dal maggior numero di granelli per spiga. Un maggior numero di spighe per metro quadrato negli orzi distici, ottenuto grazie a decenni di selezione, unito al più elevato peso delle cariossidi, ha finalmente consentito di pareggiare i risultati produttivi, o quasi.
Per quanto riguarda le colture in atto, mentre le semine del 2018 erano avvenute regolarmente, la presente stagione autunnale è stata sinora caratterizzata dal protrarsi di piogge che hanno ostacolato le semine dei cereali autunno-vernini in tutto il territorio. Nell’attesa di prolungate schiarite che consentano il drenaggio del terreno e la ripresa delle semine, si rammenta che, come da tradizione, semine tardive dopo S. Martino (11 novembre) dovrebbero prevedere quantitativi di semente maggiorati in proporzione al posticipo, al fine di compensare il probabile minor accestimento e controbilanciare così una riduzione del numero di spighe al metro quadrato che potrebbe profilarsi a scapito della produzione. Qualora le semine dovessero essere rimandate a fine inverno, diverrà indispensabile ricorrere a cultivar facoltative (come, ad esempio, Alastro e LG Aragona, tra le cultivar consigliate) o primaverili (che però sono principalmente cultivar di orzo da birra, per le quali esiste un’apposita rete di prove varietali). In entrambi i casi si tratta di varietà che non richiedono vernalizzazione (freddo a inizio ciclo) per la spigatura; mentre la maggior parte delle cultivar di orzo zootecnico sono autunnali, e pertanto necessitano di un periodo sufficientemente prolungato di basse temperature (prossime a 0 °C) durante l’accestimento per avere una buona induzione della spigatura. La coltura in semina primaverile, tuttavia, consegue una produzione tipicamente inferiore a quella in semina autunnale. La qualità non è, invece, influenzata dall’epoca di semina, al di là delle situazioni contingenti.
Negli ultimi cinque anni i prezzi dei cereali sono stati relativamente stabili, dopo un lungo periodo (2005-2013) in cui le oscillazioni erano state eccezionali. Più recentemente si era osservato un ampio picco del prezzo nell’autunno-inverno a cavallo tra il 2018 e il 2019, cui è seguita una graduale discesa nel corso del 2019 sino allo stabilizzarsi dei prezzi, questa estate, al livello del 2017, con una diminuzione massima, per l’orzo, di circa il 25% rispetto al prezzo di picco. Al momento il prezzo dell’orzo è in lieve rialzo, ma ancora in linea con i valori osservati nel 2017 in questa stagione. Alle quotazioni attuali, i margini di guadagno degli agricoltori sono modesti e, data l’imprevedibilità delle fluttuazioni dei prezzi, l’adozione delle cultivar più produttive, e di adeguato peso ettolitrico, è la più ovvia strategia di ottimizzazione delle produzioni aziendali. In quest’ottica il futuro sviluppo della coltura dipenderà molto dalla capacità della ricerca di mantenere ed incrementare i livelli produttivi e qualitativi delle varietà coltivate. Le resistenze all’allettamento e alle malattie fungine sono tra i principali obiettivi del miglioramento genetico dell’orzo, in quanto fattori chiave per produttività e qualità. A tal riguardo, le moderne tecniche di miglioramento genetico assistito hanno fatto grandi passi in avanti, ma il supporto per applicarle su larga scala allo sviluppo varietale non è sempre adeguato.
Non si può infine dimenticare che l’orzo, quarto cereale al mondo per importanza, mostra un buon livello di adattabilità ad ambienti siccitosi o terreni poveri. Sebbene questo spinga molti agricoltori a utilizzare questa coltura nei campi meno fertili, si può prevedere che essa riceverà una crescente attenzione con il realizzarsi dei previsti, o temuti, effetti dei cambiamenti climatici. Lo sviluppo di cultivar capaci di mantenere produzioni e qualità accettabili in condizioni, seppur moderatamente, avverse, è un ulteriore obiettivo del miglioramento genetico, e la ricerca in tal senso diverrà, si prevede, di sempre maggiore interesse.
(a)CREA – Centro di ricerca Genomica e Bioinformatica
Questo lavoro è stato realizzato in collaborazione con ISMEA nell’ambito del progetto “Osservatorio territoriale qualità cereali” del Piano Cerealicolo Nazionale finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali”. Si ringrazia il prof. Nicola Pecchioni, direttore del CREA-CI, per l’attività di coordinamento del progetto.
Foto: Pixabay
di Alberto Gianinetti, Nadia Faccini, Luigi Cattivelli (a)