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La tecnologia Sherlock e gli effetti sulla produzione agricola

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L’impiego di una nuova tecnologia chiamata Sherlock potrebbe supportare numerose applicazioni agricole. Sherlock, che si basa sulla tecnica di editing genomico Crispr, può essere trasportata e utilizzata facilmente e consente di rilevare e quantificare i geni delle piante, oltre a identificare rapidamente agenti patogeni e parassiti. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista The Crispr Journal dagli scienziati del Broad Institute of Mit and Harvard di Cambridge (Usa), secondo cui lo strumento potrebbe rendere più semplice l’identificazione di specifiche sequenze di Dna.

Gli autori spiegano che il programma Sherlock è in grado di superare le limitazioni degli attuali sistemi di rilevamento degli acidi nucleici. È, infatti, capace di elaborare estratti di piante grezzi come materiale di input per la preparazione minima del campione di acido nucleico. Inoltre, potrebbe costituire uno strumento importante in agricoltura per la sua capacità d’individuare velocemente parassiti e agenti patogeni. Gli scienziati spiegano che Sherlock è una tecnologia facile da usare, portatile, economica e veloce – fornisce risultati nel giro di 15 minuti. Quando riconosce la sequenza di acido nucleico ricercata, è in grado di generare un segnale fluorescente o colorimetrico.

“Questo è un grande esempio dell’estensione dell’impiego delle tecnologie basate su Crispr oltre all’editing genomico di per sé, con l’uso di nuove macchine molecolari Cas per la rilevazione flessibile delle sequenze di Dna che sono d’interesse – commenta Rodolphe Barrangou, redattore capo del Crispr Journal -. Le possibili applicazioni non si fermano soltanto alla diagnostica, e in questo lavoro gli autori mostrano come possano essere utilizzate nell’ambito dell’agricoltura”.

Foto: © Mopic – Fotolia

red.