Il 25 gennaio 2019 si è svolta la Giornata del mais, organizzata a Bergamo dal CREA Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali. Il convegno ha visto un’ampia partecipazione da parte di esperti e operatori della filiera a dimostrazione dell’interesse che il mais riveste in Italia. Hanno portato i loro saluti e contributi: Gianmichele Passarini, presidente Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) Regione Veneto, Alberto Brivio, membro della giunta di Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Bergamo, Aldo Marcassoli, direttore Confagricoltura Bergamo, Leonardo Bolis, presidente Confai Bergamo, Graziella Leyla Ciagà, assessore del Comune di Bergamo.
Il convegno si è aperto con le prospettive economiche del mercato di mais per il 2019 che sono state delineate da Filippo Bertuzzi di Areté, società di ricerca specializzata in analisi di dati economici agricoli. Prendendo in esame il livello di mercato globale nell’annata 2018, si è assistito in tutte le aree principali a un piccolo aumento della produzione, un dato dovuto soprattutto all’aumento delle rese, e un trend in aumento dei consumi. Peraltro l’indice di misura del rapporto fra gli stock e gli utilizzi di mais è in calo. In prospettiva sul 2019 sono stati considerati alcuni forti fattori di incertezza: da un lato il perdurare dello shutdown negli Usa che sta bloccando il lavoro del dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti e di conseguenza la fornitura di dati di mercato, dall’altro l’incerta evoluzione della guerra commerciale fra Usa e Cina che riguarda la soia, deprimendone i prezzi, ma che, di conseguenza, influisce sul mercato del mais. Relativamente al prezzo del mais per il 2019, se si considerano tutti i fattori sia negativi che rialzisti, quali ad esempio la stagione sudamericana del mais, in Brasile e Argentina, dove le condizioni meteo in questo momento non sono favorevoli, e all’indice che misura il rapporto fra stock e consumi, i prezzi del mais potrebbero subire un lieve innalzamento.
Trinciato di mais: qualità e innovazione
Quest’anno, la Giornata del Mais ha posto l’attenzione sulla produzione di mais da trinciato, finalizzato alle filiere zootecniche o alla produzione di biogas. L’intervento a cura di Giorgio Borreani, dell’Università di Torino (Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari), ha riguardato le principali innovazioni per il miglioramento della qualità microbiologica e sanitaria degli insilati di mais. Dopo la raccolta il mais viene sottoposto a stoccaggio e compattazione mediante un processo che prende il nome di insilamento. In questa fase è necessario evitare l’ingresso di ossigeno che può causare deterioramento aerobico e ammuffimento, con conseguente aumento della contaminazione fungina e quindi accumulo di micotossine, e aumento della contaminazione da spore di clostridi che provocano gonfiore tardivo dei formaggi a pasta dura (es. Grana Padano DOP). Sono stati spiegati nel dettaglio tutti gli accorgimenti necessari per ottenere un prodotto microbiologicamente sano, riportando i dati di esperimenti svolti negli ultimi anni presso diverse aziende.
“Breeding e innovazione nel segmento degli ibridi di mais da trinciato”, questo il titolo dell’intervento di Giorgio Colombo di Assosementi, sezione colture industriali. Colombo ha focalizzato l’attenzione sull’evoluzione del breeding che, anno dopo anno, fornisce agli agricoltori e allevatori materiali sempre più performanti dal punto di vista produttivo e qualitativo. Aumento della percentuale di amido, aumento della fibra, migliore staygreen e adattabilità agronomica sono tra i principali fattori su cui il miglioramento genetico lavora per fornire i migliori ibridi di mais adattati ai diversi ambienti di coltura e alle diverse destinazioni d’uso.
Michela Alfieri del CREA di Bergamo ha illustrato i fattori che influenzano la qualità del trinciato, in primis il genotipo e le condizioni di crescita ma anche il grado di maturità alla raccolta e le pratiche di raccolta e insilaggio. Sono stati spiegati nel dettaglio i parametri qualitativi da valutare e come variano in relazione al momento di raccolta. Infatti la raccolta del trinciato a valori di sostanza secca più elevati, consente un accumulo di amido, a discapito però della digeribilità della fibra, che si riduce. Sono state inoltre messe in evidenza le caratteristiche qualitative importanti che il trinciato di mais deve avere in relazione alla destinazione d’uso (zootecnica o energetica).
Ha chiuso la sessione Cesare Soldi, presidente dell’Associazione Maiscoltori Italiani (AMI), che ha riportato la voce degli agricoltori sottolineando l’importanza non solo di coltivare un trinciato sano e con alte rese ma anche di valorizzarne le qualità. A questo proposito è stata annunciata la collaborazione tra Libera Associazione Agricoltori Cremonesi, Confagricoltura Brescia-Unione Provinciale Agricoltori e CREA per la produzione di una brochure divulgativa intitolata “Mais: come produrre trinciato di qualità”. Questa pubblicazione, a breve disponibile anche on line, è finalizzata a fornire suggerimenti utili agli agricoltori soprattutto per quanto riguarda gli indici qualitativi da considerare, come e quanto spendere per le analisi, quando e come raccogliere e come effettuare il passaggio di stoccaggio in trincea per evitare perdita di prodotto e contaminazioni fungine.
Tavolo tecnico permanente settore mais
La sessione centrale della Giornata è stata dedicata al Tavolo Tecnico Mais convocato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo. Il presidente del CREA, Salvatore Parlato ha aperto la Sessione, sottolineando il ruolo cruciale del Tavolo: individuare una linea strategica pluriennale che orienti la ricerca per questa coltura tenendo ben presente quanto il mais sia fondamentale per le DOP dell’agroalimentare italiano. Ha poi guidato i lavori della sessione Alberto Manzo, dell’Ufficio PQAI II del Mipaaft, che ha illustrato l’avanzamento delle attività, iniziate a ottobre 2018, e ha spiegato le tematiche su cui si stanno focalizzando i partecipanti ai gruppi di lavoro: ricerca e innovazione, mercati e contratti di filiera, assistenza tecnica, coordinamento ministero/Regioni. Al Tavolo partecipano rappresentanti delle strutture di ricerca (CREA, Ismea, Università), delle tre principali categorie di rappresentanza degli agricoltori, organizzazioni di settore, associazioni di categoria e rappresentanti delle regioni maidicole. Tra gli argomenti prioritari l’aggiornamento della Rete nazionale di confronto varietale, il potenziamento dell’agrotecnica e dei percorsi produttivi e l’esame delle potenzialità delle New Breeding Technology. L’obiettivo finale dei diversi gruppi di lavoro è arrivare alla creazione di un Piano di settore con uno stanziamento mirato di contributi in aiuto alla filiera maidicola nazionale.
Sperimentazione 2018 e prospettive 2019
Nella sessione pomeridiana sono stati illustrati da Gianfranco Mazzinelli (CREA Bergamo) i risultati della rete di confronto varietale. Riguardo la produzione di mais da granella, durante la campagna maidicola 2018 si è assistito ad un innalzamento di circa il 6% della resa rispetto all’annata precedente. Nonostante non sia stato possibile anticipare le semine come nel 2017, a causa di una primavera molto piovosa, le temperature di giugno sono state nella norma, con piogge comunque abbondanti. Durante i mesi estivi il termometro si è mantenuto al di sopra del già alto livello che avevamo raggiunto nel 2017, così come in settembre e ottobre. La differenza fondamentale tra le estati 2017 e 2018 l’hanno fatta le precipitazioni: nel 2017 la cumulata dei mesi di luglio e agosto è stata di 86,4 mm, mentre nel 2018 ha raggiunto 284,6 mm (dati stazione meteo CREA di Bergamo). Questo spiega come la stagione 2018, pur rivelandosi la più calda degli ultimi venti anni, ha consentito comunque risultati produttivi più che buoni, grazie alle frequenti precipitazioni che hanno mitigato lo stress alle colture.
Tenuto conto del comportamento delle condizioni pedoclimatiche osservate durante la campagna 2018, nella rete di monitoraggio micotossine mais coordinata da Sabrina Locatelli (CREA Bergamo) è stata valutata la qualità igienico sanitaria della produzione maidicola nazionale di mais e la diffusione delle principali micotossine (Fumonisine, Aflatossina B1, ZEA, DON). Per quanto riguarda aflatossina B1, prodotta dal fungo Aspergillus flavus, nel 2018 solo il 3% dei campioni, rispetto all’11% osservato nel 2017, è stato trovato superiore ai 20 µg/Kg (valore limite per mais come materia prima per mangimi). Diversa è la situazione relativamente alle fumonisine, prodotte da Fusarium verticillioides, fungo endemico della Pianura Padana: il 41% dei campioni analizzati ha superato i 4000 µg/Kg (valore limite per mais a uso alimentare umano diretto), valore che si colloca nella media dei dati ottenuti fra il 2011 e il 2017. Molto rincuorante la situazione per quanto riguarda DON e ZEA: nessuno dei campioni analizzati da tutti i centri di stoccaggio delle zone prese in considerazione ha superato i valori limite.
La giornata si è conclusa con l’intervento di Anna Giulini, del CREA Difesa e Certificazione (CREA-DC) di Milano, che ha presentato le attività relative all’iscrizione al registro nazionale di nuove varietà di mais e alcune novità dal CPVO, Agenzia dell’Unione Europea che gestisce il sistema di protezione comunitaria delle varietà vegetali, per il quale il CREA-DC è recentemente diventato sede di prova del riconoscimento dei diritti di privativa per alcune specie agrarie.
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Chiara Lanzanova, Michela Alfieri, Sabrina Locatelli, Nicola Pecchioni