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Mais, impiego di funghi autoctoni efficace contro aflatossine

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L’impiego di funghi autoctoni di Aspergillus flavus incapaci di produrre micotossine potrebbe proteggere le piantagioni di mais dalla contaminazione da aflatossine. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Agronomy Journal dagli scienziati della North Carolina State University di Raleigh (Usa), secondo cui questo metodo potrebbe essere più efficace dell’utilizzo dei ceppi attualmente in commercio.

Le aflatossine sono micotossine prodotte da due specie di Aspergillus, un fungo che cresce soprattutto nelle zone calde e umide. Queste sostanze sono pericolose per la salute di uomini e animali e possono contaminare le piantagioni di mais, compromettendone il raccolto. Per fermarne la diffusione, gli agricoltori utilizzano specie commerciali del fungo Aspergillus, che non producono le micotossine. Quando vengono applicati alle colture, questi ceppi risultano superiori ai funghi che producono le aflatossine, e ciò riduce in modo significativo i livelli di queste sostanze nelle fasi di raccolta, trasporto e conservazione. Tuttavia, gli autori sottolineano che questi ceppi possono presentare alcuni svantaggi: generalmente devono essere applicati ogni anno, al costo di 20 dollari per acro, e l’applicazione deve essere eseguita manualmente o per via aerea.

Gli scienziati hanno scoperto che l’impiego di ceppi autoctoni sicuri di A. flavus potrebbe essere altrettanto o persino più efficace dell’uso dei ceppi commerciali. Inoltre, i ceppi nativi si presentano naturalmente nelle zone di crescita, per cui potrebbero resistere più a lungo nel terreno e non dover essere riapplicati ogni anno. “L’utilizzo dei ceppi autoctoni di A. flavus potrebbe avere molti vantaggi – afferma Ignazio Carbone, che ha coordinato la ricerca -. I ceppi autoctoni si adattano meglio al terreno e alle condizioni meteorologiche, quindi potrebbero avere prestazioni migliori sul campo rispetto ai ceppi non autoctoni”.

Gli autori hanno testato sul campo i ceppi autoctoni di A. flavus che non producono aflatossine o che ne rilasciano basse quantità, e i ceppi commerciali. Entrambi i ceppi hanno ridotto i livelli di aflatossine nelle colture di mais. I raccolti non trattati con i funghi presentavano livelli di aflatossine superiori a 35 parti per miliardo, mentre i ceppi autoctoni e commerciali hanno ridotto i livelli delle micotossine a meno di 10 parti per miliardo. Con sorpresa, i ricercatori hanno scoperto che alcune combinazioni di ceppi autoctoni si sono rivelate più efficaci dei ceppi commerciali. A loro avviso, questo potrebbe dipendere dal fatto che le combinazioni sfruttano la biologia dei funghi: i loro accoppiamenti sono compatibili, per cui permettono ai miceti di riprodursi e di garantire la continuità della loro popolazione.

Quando i ricercatori hanno applicato i ceppi autoctoni con modelli di accoppiamento compatibili, i livelli di aflatossine sono diminuiti fino a meno di 2 parti per miliardo. Si tratta di un risultato significativamente migliore di quelli ottenuti con i ceppi commerciali. “I nostri risultati suggeriscono che l’uso di ceppi autoctoni potrebbe portare a riduzioni sostenute dei livelli di aflatossine – conclude il dottor Carbone -. Nel lungo termine utilizzare i ceppi autoctoni potrebbe quindi essere molto conveniente per gli agricoltori”.

Foto: © smereka – Fotolia

redazione