Sviluppato un nuovo metodo per rafforzare la resistenza delle colture a malattie e parassiti. La nuova tecnica, chiamata AgRenSeq, è stata realizzata dagli scienziati del John Innes Centre di Norwich (Gran Bretagna) in collaborazione con ricercatori australiani e statunitensi, e consente di traferire i geni che proteggono le piante selvatiche dagli agenti patogeni nelle colture destinate all’alimentazione di uomini e animali, come grano, soia, mais, riso e patate.
Nel corso dello studio, pubblicato sulla rivista Nature Biotechnology, gli autori hanno messo a punto una tecnica che consente d’individuare i geni responsabili della resistenza alle malattie vegetali nei “parenti” selvatici delle colture moderne, in modo da poter identificare rapidamente le sequenze genetiche associate alla capacità di combattere le patologie. Successivamente, i ricercatori possono utilizzare tecniche di laboratorio per clonare i geni e introdurli nelle migliori varietà delle colture domesticate, in modo da proteggerle dagli agenti patogeni e da parassiti come ruggine del grano, oidio e cecidomia distruttrice del grano.
Gli scienziati spiegano di aver testato con successo AgRenSeq in un parente selvatico del grano: nel giro di pochi mesi sono riusciti a identificare e a clonare quattro geni associati alla resistenza al patogeno che provoca la ruggine del grano. Precisano che impiegando i metodi tradizionali, per compiere questo processo sarebbe servito un decennio e i costi della procedura sarebbero stati molto più elevati. Il passo successivo, spiegano, consisterà nell’utilizzare AgRenSeq per studiare i geni dei parenti selvatici di soia, piselli, cotone, mais, patate, grano, orzo, riso, banane e cacao.
“Abbiamo trovato un modo per analizzare il genoma del parente selvatico di una coltura e individuare i geni di resistenza di cui abbiamo bisogno: e possiamo farlo in tempo record – afferma Brande B. H. Wulff, che ha coordinato la sperimentazione -. Si tratta di un processo che in passato richiedeva 10 o 15 anni ed era simile a cercare un ago in un pagliaio. Abbiamo perfezionato questo metodo in modo da poter clonare questi geni in pochi mesi e al costo di migliaia di dollari anziché di milioni di dollari”.
Foto: © Mopic – Fotolia.com
redazione