Home Ricerca Mais, nuova varietà ottiene azoto da batteri “buoni”

Mais, nuova varietà ottiene azoto da batteri “buoni”

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Una nuova varietà di mais sarebbe in grado di ricevere i nutrienti di cui ha bisogno dai batteri “buoni”, per cui non avrebbe la necessità di fertilizzanti. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista PLOS Biology dai ricercatori statunitensi dell’Università della California di Davis e dell’Università del Wisconsin di Madison, secondo cui questa cultivar di granoturco otterrebbe l’azoto – un nutriente essenziale per le colture – nutrendo con i suoi zuccheri alcuni microrganismi benefici, che a loro volta assorbirebbero l’azoto dall’aria e lo restituirebbero alla pianta in una forma utilizzabile.

“L’idea che varietà locali isolate di mais possano associarsi ai batteri che fissano l’azoto non è nuova, ma è stato difficile identificare questa varietà e dimostrare che quest’unione contribuisca effettivamente a soddisfare il fabbisogno di azoto della pianta – afferma Alan B. Bennett, che ha coordinato l’indagine -. Il nostro gruppo di ricerca interdisciplinare ha lavorato su questo per quasi un decennio”.

Gli autori spiegano che questa varietà di mais è stata osservata inizialmente negli anni ’80 in Messico, ma solo l’avvento della metagenomica a metà degli anni 2000 ha permesso agli scienziati di collaborare con la comunità indigena locale per studiare la cultivar. L’analisi ha dimostrato che questo granoturco è in grado di ricavare dall’aria da un minimo del 29% a un massimo dell’82% del suo azoto, senza bisogno di fertilizzanti. Ma come ci riesce? Gli esperti hanno osservato che la pianta produce una sostanza zuccherina che fuoriesce dalle radici che emergono dalla terra ed entrano in contatto con l’aria, che attrae i batteri che sono in grado di trasformare l’azoto presente nell’aria in una forma che il mais può utilizzare. Gli scienziati spiegano che riuscire a trasferire questa caratteristica nelle altre varietà di granoturco – ma anche di altri cereali come il sorgo – potrebbe consentire di coltivare piante che non necessitano di fertilizzanti e permettere di aumentare la produzione agricola nelle zone in cui i terreni contengono poche sostanze nutritive.

Foto: © Alan B. Bennett

n.c.