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Grano, il segreto genetico dell’adattamento

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Individuato il segreto genetico che conferisce al grano la sua notevole capacità di adattamento. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Genome Research da un gruppo di ricerca tedesco-britannico coordinato da Anthony Hall dell’Earlham Institute di Norwich (Regno Unito), secondo cui la scoperta potrebbe consentire di accrescere la produttività e la resistenza delle piante di grano.

Dopo aver analizzato un centinaio di diverse varietà del cereale provenienti da tutto il mondo, gli scienziati hanno identificato un nuovo tipo di variazione epigenetica che sarebbe responsabile della capacità di adattamento del grano. L’epigenetica, spiegano gli esperti, interessa le mutazioni genetiche non attribuibili direttamente alla sequenza del Dna, le cui componenti possono essere influenzate da un processo chiamato “metilazione”, che viene utilizzato dalle cellule per gestire l’espressione degli stessi geni. Gli studiosi spiegano che cambiando il modo in cui le informazioni genetiche vengono lette è possibile disattivare o modulare l’espressione dei geni. Secondo i ricercatori europei, si tratta di un fenomeno rilevante, perché questi cambiamenti possono verificarsi a causa di circostanze ambientali, ma di solito non vengono ereditati. Eppure, in determinate condizioni, un cambiamento epigenetico benefico può essere trasmesso alla generazione successiva.

Tra le 100 varietà locali di grano studiate, i ricercatori hanno individuato questi modelli epigenetici. Ciò, a loro avviso, suggerisce che queste modifiche sono sorte a causa delle condizioni ambientali presenti nelle particolari zone in cui sono state coltivate le piante di grano. Secondo gli esperti, si tratta di una scoperta importante perché indica che è possibile utilizzare i cambiamenti epigenetici identificati per migliorare il modo in cui le piante si adattano alle condizioni locali. Di conseguenza, potrebbe anche essere possibile, nel giro di pochi anni, migliorare la resa delle coltivazione e la resistenza delle piante in presenza di condizioni ambientali difficili. “Siamo molto orgogliosi del nostro lavoro, che indica che la metilazione del Dna costituisce una fonte vasta e stabile di variazioni – spiega il professor Anthony Hall -. Il nostro prossimo passo consisterà nel tradurre questa fondamentale scoperta sulla metilazione del Dna in una tecnologia trasformativa, pertinente e accessibile agli allevatori di grano che favorisca lo sviluppo di nuove cultivar”.

 

Foto: Pixabay

red.