Home Ricerca Migliorare qualità del suolo per ridurre riscaldamento globale

Migliorare qualità del suolo per ridurre riscaldamento globale

1279
0

Migliorare la qualità del suolo potrebbe aiutare a ridurre il riscaldamento globale. Lo suggerisce uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances dagli scienziati dell’Università della California di Berkeley (Usa), secondo cui l’impiego delle migliori pratiche in agricoltura e negli allevamenti consentirebbe di estrarre quantità significative di carbonio dall’atmosfera e di limitare gli impatti negativi dei cambiamenti climatici.

Nel corso dell’indagine, i ricercatori hanno realizzato un modello che permette di esaminare gli effetti sul clima dell’adozione degli approcci di gestione agricola che aumentano il sequestro del carbonio da parte del terreno. L’analisi ha evidenziato che l’utilizzo a livello globale di pratiche agricole consolidate, come l’impiego di colture di copertura e la semina dei legumi nei terreni destinati al pascolo, potrebbe consentire di sequestrare carbonio dall’atmosfera e d’immagazzinarlo nel suolo, contribuendo a ridurre significativamente il riscaldamento globale internazionale. Nello specifico, se associate a una riduzione consistente delle emissioni di carbonio, le tecniche di gestione agricola potrebbero ridurre le temperature globali di 0,26 gradi Celsius – quasi mezzo grado Fahrenheit – entro il 2100.

Gli scienziati aggiungono che nello studio hanno preso in considerazione soltanto i metodi consolidati. Non hanno quindi incluso le nuove pratiche, come il compostaggio, che non sono state ancora studiate in modo approfondito, né la possibilità di migliorare la qualità del suolo nei terreni abbandonati. Entrambe queste misure, spiegano i ricercatori, potrebbero aumentare ulteriormente il sequestro del carbonio nel suolo. “L’obiettivo del nostro lavoro era quello di esaminare l’effetto sulla temperatura dell’attuazione dei sistemi a bassa tecnologia già utilizzati in ambito agricolo nei paesi sviluppati e in quelli in via di sviluppo – spiega Allegra Mayer, che ha diretto la sperimentazione -. Teoricamente molte di queste pratiche potrebbero essere adottate subito e in maniera diffusa”.

Foto: © Andrey Kuzmin – Fotolia.com

redazione