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Acquacoltura: co-prodotti di alghe al posto di farina di pesce nei mangimi

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L’impiego di co-prodotti di alghe marine potrebbe efficacemente sostituire l’utilizzo delle farine di pesce all’interno dei mangimi destinati ai prodotti ittici. Lo sostiene uno studio pubblicato sulla rivista Plos One dagli scienziati del Dartmouth College di Hanover (Usa), secondo cui la scoperta potrebbe incrementare la sostenibilità dell’acquacoltura.

I ricercatori evidenziano che l’acquacoltura è il settore alimentare in più rapida crescita al mondo, e che i mangimi utilizzati in quest’ambito impiegano il 70% della farina e dell’olio di pesce prodotti. Di conseguenza, secondo gli analisti entro il 2040 la domanda di farina e olio di pesce supererà l’offerta. Per risolvere il problema, gli studiosi hanno sviluppato un nuovo ingrediente per mangimi, utilizzando i co-prodotti di una microalga marina chiamata Nannochloropsis oculata. Questo vegetale è ricco di proteine e acidi grassi omega-3, che sono essenziali per la crescita e per la buona qualità dei pesci. I co-prodotti sono i residui farinosi che si ottengono dopo aver estratto gli oli da queste alghe, che vengono generalmente coltivate per produrre nutraceutici, prodotti chimici e elementi per il carburante. I co-prodotti, spiegano gli autori, sono quindi disponibili su scala commerciale e si prevede che la loro offerta dovrebbe continuare a crescere.

Gli scienziati hanno usato il co-prodotto dell’alga marina al posto della farina di pesce all’interno dei mangimi destinati a uno specifico tipo di pesce d’acqua dolce, la tilapia del Nilo (Oreochromis niloticus). La sperimentazione ha prodotto risultati incoraggianti, per cui i ricercatori ritengono che queste sostanze potrebbero essere efficacemente utilizzate in sostituzione della farina di pesce all’interno degli alimenti destinati ai prodotti dell’acquacoltura. “Le possibilità di sviluppare un approccio sostenibile all’acquacoltura sono entusiasmanti – afferma Pallab K. Sarker, che ha diretto lo studio -. La nostra società ha l’opportunità di ridurre la dipendenza dagli ingredienti a base di pesce sostituendoli con un prodotto derivato dalle microalghe marine, e le nostre scoperte forniscono nuove informazioni su come possiamo riuscirci”.

 

Foto: Pixabay

redazione