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Mais, pacciamatura con paglia aumenta resa e carbonio organico nel suolo

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L’impiego della pacciamatura con la paglia potrebbe accrescere il rendimento delle piantagioni di mais del 5%. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Soil Science Society of America Journal dagli scienziati della Science Northwest University di Xi’an (Cina) e dell’Usda-Ars Northern Plains Agricultural Research Lab di Sidney (Usa), secondo cui questa pratica agricola permetterebbe al terreno d’immagazzinare più carbonio organico rispetto alla pacciamatura con plastica.

La pacciamatura prevede la copertura del terreno con uno strato di materiale – generalmente plastica o paglia -, per impedire la crescita delle erbe infestanti, mantenere il suolo umido e isolare le radici dalle temperature estreme. Nel corso della ricerca, gli autori hanno confrontato la resa delle piantagioni di mais in tre condizioni differenti: ricoperte con pacciame di plastica, ricoperte con pacciame di paglia oppure senza pacciame. Dopo cinque anni di sperimentazione, hanno concluso che il metodo più efficace sarebbe quello della pacciamatura con paglia.

L’impiego del pacciame di plastica ha aumentato la resa, rispetto al suolo scoperto, del 21-25%, mentre l’uso della pacciamatura di paglia solo del 5%. Tuttavia, il secondo metodo ha permesso al terreno d’immagazzinare grandi quantità di carbonio organico, a differenza del primo. Gli studiosi hanno osservato, infatti, che la pacciamatura con la plastica permette di conservare quantità maggiori d’acqua, che potenziano l’attività microbica. I microbi affamati però consumano la materia organica del suolo, convertendola in anidride carbonica, ostacolando la capacità del terreno d’immagazzinare altro carbonio organico.

Per cui, secondo gli esperti, anche se aumenta la resa in misura inferiore, a lungo andare il metodo della pacciamatura con paglia risulta più vantaggioso, perché favorisce l’accumulo di carbonio organico nel terreno. “Abbiamo pensato che il pacciame di plastica sarebbe stato migliore perché aumenta l’umidità del suolo – spiega Upendra M. Sainju, che ha coordinato lo studio -. Il risultato è stato sorprendente: se si accumula troppa acqua, aumenta anche l’attività microbica, che può ridurre il carbonio organico”.

Foto: © smereka – Fotolia

redazione