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Studio, individuato gene che consente impollinazione incrociata del grano

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Identificato il gene responsabile della fecondazione del grano, che potrebbe rendere possibile il ricorso all’impollinazione incrociata. È quanto emerge da una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Communications dagli scienziati dell’Università di Adelaide (Australia) e del DuPont Pioneer Hi-Bred International Inc. di Johnston (Usa), secondo cui la scoperta potrebbe consentire la produzione delle varietà di frumento ibrido ad alto rendimento e cambiare radicalmente il modo in cui viene coltivato questo cereale. Inoltre, potrebbe contribuire a soddisfare il crescente fabbisogno di cibo della popolazione mondiale.

Nel corso dell’indagine, gli studiosi hanno identificato un gene presente nel frumento, chiamato Ms1, che risulta coinvolto nel processo di fecondazione. Hanno osservato, in particolare, che dopo essere stato “spento”, Ms1 impedisce l’auto-impollinazione, ma consente l’impollinazione incrociata. Secondo gli esperti, la disattivazione di questo gene potrebbe quindi permettere di produrre varietà di frumento ibrido – che rappresentano il risultato dell’incrocio di due qualità diverse di grano puro – ad alto rendimento, caratterizzate da rese superiore del 10-15% rispetto alle cultivar tradizionali.

Il dottor Ryan Whitford, che ha coordinato la sperimentazione, afferma che la produzione di grano dovrà aumentare del 60% entro il 2050, per poter soddisfare la domanda di cibo della popolazione mondiale in crescita. “Una delle opzioni più promettenti per soddisfare questa domanda è fare in modo che gli agricoltori coltivino varietà ibride di frumento, che possono offrire un aumento del rendimento del 10% -15% rispetto alle varietà tradizionali attualmente presenti sul mercato – spiega l’esperto -. Le varietà ibride sono ampiamente impiegate nella coltivazione del mais e del riso, ma la complessità del genoma del grano ha reso difficile percorrere questa strada. Ora abbiamo identificato un gene necessario per l’impollinazione incrociata del frumento, che può essere utilizzato nelle produzioni su larga scala a costi contenuti”.

Foto: © Željko Radojko – Fotolia.com

redazione