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Acquacoltura, potrebbe soddisfare domanda globale di pesce utilizzando piccole porzioni di oceani

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L’acquacoltura potrebbe consentire di soddisfare la domanda globale di pesce utilizzando solo piccole porzioni degli oceani. Lo sostiene uno studio pubblicato sulla rivista Nature Ecology & Evolution dai ricercatori statunitensi dell’Università della California di Santa Barbara e della National Oceanic and Atmospheric Administration di Honolulu, secondo cui basterebbe lo 0,025% del territorio oceanico per soddisfare la richiesta di prodotti ittici della popolazione mondiale.

Nel corso della ricerca, gli autori hanno esaminato la fisiologia di 180 specie di pesci che potrebbero essere allevate. Inoltre, hanno verificato quali fossero gli ambienti più favorevoli per la crescita di ciascuna specie. In particolare, hanno esaminato diversi dati, come la profondità oceanica, la temperatura e le esigenze biologiche di tutte le specie. Hanno anche escluso le zone marine che sono ritenute impraticabili a causa delle attuali tecnologie: gli scienziati spiegano che la metà dell’oceano potrebbe essere utilizzata per l’acquacoltura in futuro, ma in questo momento non ci sono le possibilità tecnologiche di farlo in modo efficace.

Al termine dell’indagine, i ricercatori hanno concluso che la domanda globale di pesce potrebbe essere soddisfatta utilizzando piccole porzioni di oceani. Nello specifico, ritengono che un’area di dimensioni simili a quelle del Lago Michigan potrebbe teoricamente fornire la stessa quantità di pesce di quello raccolto dai pescherecci di tutto il mondo. Questa scoperta potrebbe avere un impatto positivo sulle persone e sull’ambiente: l’acquacoltura potrebbe, infatti, soddisfare il bisogno di cibo della popolazione e proteggere, nello stesso tempo, l’habitat marino.

“Abbiamo bisogno di reperire maggiori quantità di proteine per soddisfare il fabbisogno proteico della popolazione mondiale in crescita – osserva Peter Kareiva, che ha preso parte alla ricerca -. Questo studio dimostra che i pesci d’allevamento nell’oceano potrebbero svolgere un ruolo importante per nutrire le persone senza degradare il nostro oceano e senza che vi sia uno sfruttamento eccessivo della pesca delle specie selvatiche”.

 

Foto: Pixabay

red.