Una microalga d’acqua dolce, chiamata Boekelovia hooglandii, potrebbe essere impiegata efficacemente nella produzione di mangimi per pesci e crostacei. Lo suggerisce uno studio pubblicato sulla rivista Aquaculture dagli scienziati dell’Università di Waterloo (Canada), che ne hanno descritto i risultati in un’intervista rilasciata al sito Feednavigator.
Nel corso dell’indagine, gli autori hanno analizzato il profilo nutrizionale della microalga, che è stata scelta perché produce livelli elevati di omega 3. I ricercatori hanno osservato, in particolare, che Boekelovia hooglandii potrebbe essere utilizzata efficacemente nell’ambito dell’acquacoltura grazie alle dimensione delle sua particelle, ai nutrienti che vi sono contenuti e alla sua digeribilità.
“Il presente studio esamina l’idoneità di questa specie come mangime per l’acquacoltura e valuta anche la composizione nutrizionale della microalga e le variazioni delle concentrazioni di acidi grassi, proteine, carboidrati e pigmenti attraverso le diverse fasi di crescita – precisano i ricercatori -. Il piccolo formato delle cellule, la facile digeribilità e il profilo nutrizionale di B. hooglandii suggeriscono che questa microalga costituisce un ingrediente adatto per i mangimi destinati all’alimentazione di molluschi e ostriche”.
Secondo gli scienziati, i nutrienti presenti nella microalga potrebbero stimolare la crescita dei prodotti dell’acquacoltura. Inoltre, gli acidi grassi omega 3 ei pigmenti carotenoidi che vi sono contenuti potrebbero migliorarne il colore. “I risultati di questo studio possono aiutare l’industria dell’acquacoltura ad assumere decisioni informate su come migliorare le proprietà nutrizionali e la produttività delle alghe utilizzate per l’alimentazione di pesci e costacei – concludono gli autori -. Non è necessario estrarre i nutrienti dalla B. hooglandii, questa microalga può essere mangiata tutta e fornisce la nutrizione completa di cui i prodotti dell’acquacoltura hanno bisogno”.
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