Uno studio pubblicato sulla rivista American Antiquity ha smentito tutto ciò che si credeva di conoscere sulle origini della coltivazione del mais sul suolo americano. L’indagine, condotta dai ricercatori dell’Università dell’Illinois di Urbana-Champaign (Usa), ha infatti dimostrato che i nativi americani che risiedevano nell’Illinois non consumavano il cereale.
I risultati dello studio confutano l’ipotesi che il mais sia stato coltivato in questa regione centinaia di anni prima della sua adozione su larga scala. Pertanto, contraddicono decenni di ricerca e d’insegnamento sulla storia della coltivazione del cereale sul territorio americano. Il motivo? Le indagini precedenti avevano utilizzato approcci difettosi per analizzare i materiali antichi, per cui erano erroneamente giunte alla conclusione che il mais fosse coltivato e consumato fin dal 60 d.C..
Nel corso della ricerca, gli autori hanno invece utilizzato la spettrometria di massa, una tecnica che permette di determinare con precisione l’età dei materiali. Gli studiosi hanno impiegato questo metodo per analizzare alcuni reperti rinvenuti nel sito di Middle Woodland Holding, in Illinois, che era stato abitato dagli umani tra il 150 a.C. al 300 d.C.. Al termine dell’analisi, hanno scoperto che i campioni classificati come mais in realtà non lo erano, oppure erano databili al 900 d.C. Secondo gli esperti, i risultati suggeriscono quindi che il mais non fosse in uso a partire dal 900-1.000 d.C..
“Fondamentalmente, ciò che abbiamo scoperto è che le convinzioni sulla coltivazione precoce del mais nella Mississippi River Valley sono imprecise – spiega Mary Simon, che ha diretto lo studio -. Sono state smentite. Non crediamo più che il mais fosse così importante, che le persone lo stessero coltivando e che qualcuno lo stesse usando in qualche modo nell’anno zero. Ciò non significa che non fosse presente prima dell’anno 1.000 d.C.. È possibile che una pannocchia sia giunta in questa regione anche prima, ma fino a che non è stato coltivato, questo non conta”.
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