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Editing genomico, potrebbe incrementare qualità dell’allevamento suino

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peste suina

Le tecniche di editing genomico promettono di migliorare la qualità dei suini presenti negli allevamenti. Consentirebbero, infatti, di conservare in eterno il liquido seminale appartenente agli esemplari più pregiati. Lo evidenzia uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports da un team di scienziati britannico-statunitense, diretto da Ki-Eun Park dell’Università del Maryland di College Park (Usa).

Nel corso della ricerca, gli esperti sono stati in grado di creare maiali maschi che potrebbero essere utilizzati come surrogati per produrre un particolare tipo di sperma, dotato delle caratteristiche genetiche suine più desiderabili – come, per esempio, una maggiore resistenza alle malattie. I surrogati, infatti, possiedono testicoli funzionanti ma privi delle cellule staminali specializzate nella produzione degli spermatozoi, che contengono le informazioni genetiche personali. Pertanto, in questi animali è possibile impiantare le cellule staminali di suini maschi con caratteristiche desiderabili, per produrre forniture illimitate del loro liquido seminale.

Gli scienziati spiegano che i precedenti tentativi di trapiantare le cellule staminali spermatiche di suini pregiati in maiali surrogati finora hanno avuto un successo limitato. Il motivo è che queste procedure prevedevano l’uso di farmaci chemioterapici o dell’irradiazione per rimuovere le cellule staminali spermatiche dei destinatari, prima del trapianto delle cellule del donatore. Pertanto, rischiavano di danneggiare gli altri tessuti presenti nei testicoli, che risultano necessari per la produzione di sperma.

Il gruppo di ricerca ha, invece, utilizzato la tecnica di editing genomico chiamata Crispr/Cas9, per alterare le singole lettere del codice genetico del maiale da utilizzare come surrogato. La procedura determina la disattivazione di un gene chiamato Nanos2, e priva gli animali delle cellule staminali spermatiche, lasciando inalterato l’apparato testicolare. Questo processo rende gli esemplari dei surrogati perfetti, mantenendoli in buona salute. Secondo gli esperti, la procedura potrebbe quindi consentire agli allevatori di conservare per sempre il liquido seminale dei capi più pregiati, migliorando l’efficienza e la redditività degli allevamenti.

 

Foto: Pixabay

redazione