I semi della pianta da cui si estrae il caucciù potrebbero essere utilizzati per arricchire l’alimentazione degli animali. Il caucciù si ottiene, infatti, dalla lavorazione del lattice estratto dalla corteccia dell’albero della gomma, i cui semi potrebbero rappresentare un’alternativa alle fonti proteiche tradizionali. Lo sostiene la dottoressa Widyarani, una ricercatrice dell’Università di Wageningen (Paesi Bassi), nella sua tesi di dottorato intitolata: “Biorefinery of Proteins from Rubber Plantation Residues”. Secondo l’esperta, l’impiego di questi semi per produrre i mangimi potrebbe determinare due effetti positivi: servirebbe a ridurre gli scarti derivanti dalla lavorazione del caucciù e ad accrescere i ricavi degli agricoltori.
I semi dell’albero della gomma contengono il 17% di proteine, ma sono anche ricchi di olio. Per questo motivo, la percentuale di proteine sale al 45% dopo che i chicchi sono stati spremuti. Il concentrato proteico che viene ottenuto attraverso la lavorazione del caucciù potrebbe quindi essere impiegato, secondo l’esperta, nella produzione dei mangimi. Non solo: Widyarani ritiene che anche le foglie dell’albero della gamma potrebbero rappresentare un’interessante fonte proteica. Lo studio di Widyarani rientra nell’ambito del progetto: “Agriculture beyond food”, che a partire dal 2008 ha stanziato 2,5 milioni di euro per finanziare la ricerca nel settore agricolo.
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