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Rna nuova frontiera dell’agrogenetica: l’Efsa promuove il dibattito

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Oltre 100 scienziati ed esperti in materia di valutazione del rischio provenienti dal mondo accademico, appartenenti a organismi di valutazione del rischio, organizzazioni non governative e del settore privato. L’EFSA ha pubblicato i documenti del seminario scientifico internazionale organizzato nel giugno 2014 per discutere dei rischi associati alle piante geneticamente modificate (GM) sulla base dell’interferenza dell’acido ribonucleico (RNAi) e per individuare le problematiche specifiche per la relativa valutazione del rischio. Gli esperti hanno esplorato le applicazioni attuali e future dell’RNAi e hanno preso in esame le considerazioni in tema di valutazione del rischio alla luce dello sviluppo della tecnica.

 

Ecco come Elisabeth Waigmann, che guida il lavoro dell’EFSA sugli OGM, ha sintetizzato l’importanza del seminario internazionale. “L’EFSA ha organizzato l’evento con l’intento di precorrere i tempi – spiega sul sito dell’Efsa Waigmann – e valutare se tale tecnica abbia dei riflessi sul suo attuale approccio di valutazione del rischio relativo agli OGM. Nel corso delle discussioni, i partecipanti hanno sollevato aspetti di rilievo associati alla tecnica o alle sue implicazioni per la valutazione del rischio, che saranno considerati con grande attenzione dall’EFSA”. “L’RNAi rappresenta un importante meccanismo biologico che, con tutta probabilità, sarà comunemente impiegato per ottenere la resistenza ai parassiti nella prossima generazione di piante geneticamente modificate”, ha spiegato Salvatore Arpaia, che insieme a Patrick Du Jardin ha moderato le tavole rotonde. “Finora il conferimento di nuovi caratteri alle piante mediante la tecnologia di modificazione genetica ha comportato principalmente l’espressione di nuove proteine – ricorda Du Jardin -, codificate dai cosiddetti transgeni. A queste proteine di nuova espressione si legano molte domande in merito ai potenziali rischi per la salute e l’ambiente e l’attuale quadro di valutazione del rischio potrebbe essere messo in discussione da altre tecniche di modificazione genetica, come l’RNAi. In questo approccio, piccoli frammenti di RNA, non proteine, vengono prodotti da un frammento di DNA introdotto nei cromosomi delle piante, con l’obiettivo di inibire l’espressione dei geni bersaglio nelle piante o addirittura negli organismi nocivi che si nutrono dei vegetali”.

 

Foto: Pixabay

co.col.