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Zootecnia: due modelli di alimentazione per ridurre costi e inquinamento

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All’inizio l’università statunitense “Texas A&M University” aveva messo a punto due modelli di alimentazione animale con l’obiettivo di ridurre i costi di produzione, pur garantendo agli animali il giusto apporto di tutti i nutrienti di cui hanno bisogno. Questi stessi modelli di alimentazione, adesso, vengono utilizzati per ridurre le emissioni di metano dovute alla digestione degli animali: non solo riduzione dei costi, quindi, ma anche riduzione dell’inquinamento. A parlarne a Feednavigator.com, portale specializzato in pubblicazioni sulla zootecnia e i mangimi è Luis Tedeschi, nutrizionista e professore associato nel Dipartimento di Scienze Animali della “Texas A&M University”, che spiega come questi modelli di alimentazione aiutano gli allevatori a utilizzare i mangimi nel pieno rispetto dei bisogni nutrizionali degli animali e, allo stesso tempo, per migliorare le loro prestazioni e la redditività, nel pieno rispetto dell’ambiente. Data la pressione attualmente gravante sugli allevatori in termini di riduzione dei livelli di emissione dei gas dagli allevamenti di bestiame, Tedeschi spiega che i modelli nutrizionali sono “più importanti che mai perché danno agli utenti la possibilità di valutare rapidamente più scenari di produzione e scegliere le opzioni più accettabili e sostenibili“.

 

Migliore bilanciamento tra calorie e proteine – Diversi sono i modelli di alimentazione sviluppati dall’università statunitense per ridurre le emissioni di inquinanti, spiega Tedeschi. Il primo modello di alimentazione si basa sulla riduzione della quantità di alimenti somministrati agli animali attraverso un migliore bilanciamento tra energia e proteine: “Le razioni di mangime per bestiame sono generalmente formulate per contenere nutrienti in eccesso al fine di garantire un tasso di crescita massimo. Ciò aumenta l’escrezione dei nutrienti e contribuisce a effetti negativi sulla qualità dell’acqua e dell’aria”.

 

Mangimi che generano meno metano – Un altro modo per ridurre l’impatto ambientale che deriva dalla produzione di bestiame è selezionare mangimi che generano meno metano per materia organica consumata, pur mantenendo inalterata la produttività degli animali: “La tecnica da noi utilizzata per mettere a punto i modelli di alimentazione, la produzione di gas in vitro (IVGP), è in grado di valutare la quantità di metano che viene generata dalle razioni alimentari formulate in modo molto più rapido rispetto ai sistemi in vivo che, inoltre, sono più laboriosi e generalmente più costosi”.

 

Foto: Pixabay

Miriam Cesta