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Ambiente e produttività: i benefici degli Ogm

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Consentono un minore utilizzo di erbicidi e insetticidi a fronte di rese altrettanto soddisfacenti e permettono una crescita maggiore a parità di terreno coltivato: un recente report realizzato da PG Economics, fornitore britannico specializzato di servizi di consulenza per l’agricoltura e per le altre industrie basate sulle risorse naturali, ha messo in evidenza i benefici ambientali – e non solo – che derivano dall’utilizzo delle colture geneticamente modificate (Ogm, organismi geneticamente modificati). Secondo Graham Brookes, co-autore del report, “trascorsi 17 anni dalla loro adozione possiamo dire che le colture geneticamente modificate hanno portato a pratiche agricole più rispettose dell’ambiente e a notevoli miglioramenti nella produttività agricola”.

Ecco, in sintesi, i punti salienti del report:

 

1. L’uso di coltivazioni gm ha ridotto tra il 1996 e il 2012 l’irrorazione di erbicidi e insetticidi di 503 milioni di kg (-8.8 %), ovvero una quantità pari a quella che viene utilizzata in tutta l’Unione Europea in due anni di raccolto.

 

2. Tra il 1996 e il 2012 la coltivazione di semi biotecnologici ha portato alla raccolta di 122 milioni di tonnellate di soia e 231 milioni di tonnellate di mais, oltre a 18,2 milioni di tonnellate di cotone e a 6,6 milioni di tonnellate di colza.

 

3. Le colture gm permettono una resa maggiore a parità di terra coltivata. Se nel 2012 nessun terreno fosse stato seminato con colture biotecnologiche, per ottenere le stesse rese di quell’anno si sarebbero dovuti seminare in più 4,9 milioni di ettari di soia, 6,9 milioni di ettari di mais, 3,1 milioni di ettari di cotone e 0,2 milioni di ettari di colza: ovvero una superficie pari al 9% del terreno arabile negli Stati Uniti, al 24% del terreno arabile del Brasile o al 27% della superficie cerealicola dell’Unione Europea.

 

4. Le colture geneticamente modificate continuano a essere un buon investimento per gli agricoltori di tutto il mondo, che hanno ricavato una media di 3,33 dollari per ogni dollaro investito in semi di colture geneticamente modificate.

 

Foto: Pixabay

Miriam Cesta