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L’orzo, il nutriente in più per l’alimentazione dei suini

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Ricco di lisina, l’orzo è un buon ingrediente per l’alimentazione animale, soprattutto del suino. Ma quali sono le sue caratteristiche e quelle che il suo uso come mangime conferisce alle carni? Lo abbiamo chiesto a Serena Calabrò, esperta del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Dottoressa Calabrò, per quale motivo l’orzo è un buon ingrediente per la dieta animale?
L’orzo (Hordeum vulgare) è un cereale ampiamente utilizzato in alimentazione animale sia per l’abbondante disponibilità sui mercati, sia per le caratteristiche agronomiche (velocità di sviluppo, adattamento a condizioni estreme), ma soprattutto per le sue qualità dietetico-nutrizionali, infatti gli viene attribuito un indiscusso valore rinfrescante e tonificante. L’orzo viene inserito nella formulazione di mangimi per il suo buon contenuto energetico e per la sua alta digeribilità; le proteine, anche se leggermente superiori a quelle dell’avena, sono comunque caratterizzate da un basso valore biologico. La scelta di questo cereale deve essere, tuttavia, oculata vista la grande variabilità della sua composizione chimica in funzione delle diverse cultivar e forme (orzi distici e polistici).

Ci sono specie animali per cui l’orzo è da preferire rispetto ad altri cereali?
L’orzo trova largo impiego in tutte le specie animali da reddito, generalmente macinato grossolanamente o schiacciato. Nella vacca da latte (può costituire dal 40 al 60% della miscela di concentrati) sostiene e migliora la produzione, dando più consistenza al burro; negli agnelli da carne può sostituire il mais e nei cavalli favorisce lo stato generale di nutrizione; non molto chiaro è il ruolo nell’alimentazione del pollame. Tuttavia, nel suino riveste un’importanza particolare (con percentuali di inclusione nella dieta comprese tra il 10 e il 30%) perché attribuisce alla carne evidenti valori di raffinatezza e gusto. Per il suo minor potere lipogeno, è più indicato il suo inserimento nella dieta del suino leggero da macelleria, che nel suino destinato all’industria conserviera. I fiocchi di orzo decorticato risultano più digeribili ed appetibili, e sono particolarmente indicati anche nei suinetti durante la fase di svezzamento.

Quali sono i vantaggi nutrizionali della sua scelta rispetto ad altri cereali?
Nonostante l’orzo, come gli altri cereali, è carente di amminoacidi essenziali, rispetto al mais presenta un maggior contenuto in lisina (aminoacido limitante per il suino). Per quanto riguarda le vitamine, a fronte della mancanza di caroteni e riboflavina, mostra un contenuto in niacina (vitamina PP) tre volte superiore al mais. Tra gli elementi minerali ben rappresentati sono il ferro, il manganese e lo zinco, ma come gli altri cereali presenta un cattivo rapporto calcio:fosforo. Generalmente, nell’alimentazione dei suini non ne è consigliato l’impiego come unico cereale, a causa del suo tenore in fibra grezza più elevato rispetto ad altri semi (ad esempio il mais), con conseguente riduzione della concentrazione energetica della razione.

Ci sono risvolti positivi per la salute degli animali in un’alimentazione ricca di orzo?
Le note proprietà rinfrescanti e tonificanti dell’orzo sono dovute alla presenza di sostanze antiossidanti (tocoferoli) ed ipocolesterolemizzanti (tocotrienoli). Infatti, viene riportato che gli animali (sia bovini che suini) in seguito a somministrazione di orzo mostrano pelle lucida, morbida ed elastica; inoltre, eventuali forme di intossicazione dovute ad alimentazione errata scompaiono dopo l’uso di orzo.

A livello di carni l’uso dell’orzo nella mangimistica porta a vantaggi in termini qualitativi?
La presenza di β-glucani e fibre solubili nell’orzo, che riducono l’indice glicemico, ha effetti positivi sia nei suini leggeri destinati al consumo fresco da macelleria, che produrranno una carne con minor accumulo di lardo, che nei suini pesanti destinati all’industria conserviera, dove i pentosani favoriscono l’abbassamento degli acidi grassi monoinsaturi a favore di quelli saturi, importanti per garantire la giusta consistenza al grasso del prosciutto.

Quali sono le prospettive dell’uso dell’orzo in ambito mangimistico e zootecnico?
Grazie al lavoro di miglioramento genetico mirato a selezionare varietà con basso contenuto in beta-glucani, più elevata digeribilità dell’amido e minore contenuto in fibra, in futuro l’orzo potrà trovare maggiore impiego anche per i suini destinati al salumificio. Tuttavia, la selezione di varietà di orzo con basso contenuto in amilosio, che porta alla formazione di “amido resistente” che favorisce l’attività della flora intestinale, abbassa l’indice glicemico e aiuta la formazione di colesterolo HDL, sarà utile per ottenere una carne meno ricca in acidi grassi saturi e quindi dieteticamente più salubre.
Inoltre, in una prospettiva di ecosostenibilità delle produzioni zootecniche, la produzione di orzo potrà essere una strategica alternativa a quella del mais, cereale più energetico, ma meno sostenibile per le sue ingenti richieste idriche.

 

 

Foto: © Iakov Kalinin – Fotolia.com

Silvia Soligon