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Soia: il miglioramento genetico ha portato a un incremento delle rese

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Rispetto alle varietà di soia più vecchie, quelle più recenti sono caratterizzate da piante più basse, con tempi di maturazione maggiori e da semi con minor concentrazione di proteine ma con maggiore concentrazione di olio. E’ quanto emerge da uno studio condotto, tra il 2010 e il 2011, da un team di ricercatori guidati da Brian Diers dell’University of Illinois (Usa) che ha confrontato dal punto di vista genetico 60 tipi di soia, divisi per tempo di maturazione, piantati per la prima volta tra il 1923 e il 2008 in diverse aree geografiche del Canada. Non solo piante più basse e semi più oliosi: nel documentare i cambiamenti genetici nelle diverse varietà di soia i ricercatori hanno anche osservato un aumento delle rese, negli ultimi 80 anni, equivalente a un incremento annuo di un terzo di bushel per acro. Tra le varietà di soia esaminate, spiegano i ricercatori, ne sono comprese diverse fornite dalla United States Department of Agricolture (USDA) Soybean Germplasm Collection e dalle aziende Monsanto, Pioneer e Syngenta.

 

La soia, spiegano i ricercatori, è una coltivazione che ha sempre riscosso – e tutt’ora riscuote – un grandissimo successo grazie alle grandi rese – e ai tassi di guadagno – a cui dà vita: e il merito di tutto ciò sarebbe proprio nelle modifiche genetiche a cui questa coltivazione è andata incontro negli ultimi 80 anni. “Quando abbiamo confrontato le vecchie varietà con le nuove – spiega Diers – abbiamo riscontrato che le nuove hanno rese molto maggiori rispetto alle vecchie. E, guardando più attentamente, abbiamo scoperto che gli aumenti delle rese hanno accelerato a partire dagli anni 1960-’70“.

 

I ricercatori hanno inoltre stimato che circa i due terzi delle rese della soia negli hanni sono dipese, in generale, alle nuove varietà introdotte dagli agricoltori nei loro campi per i più svariati motivi, tra cui il miglioramento delle pratiche agronomiche. “Questa ricerca ci informa di come sono cambiate negli anni le varietà di soia – spiega Diers -. Possiamo dimostrare che siamo davvero riusciti, negli anni, ad aumentare il rendimento di questa pianta. Lo studio ha creato molto interesse tra gli agricoltori perché vogliono capire cosa è alla base di questo cambiamento: quando guardiamo ai tratti fisiologici delle varietà di soia, possiamo vedere cosa è cambiato nel tempo, e questo ci mostra su quali caratteristiche dovremmo concentrarci per avere, in futuro, rese maggiori. Comprendere le modifiche genetiche effettuate sulla soia – anche inavvertitamente – fino ad oggi può aiutarci a capire come possiamo migliorare ulteriormente le rese e, di conseguenza, aumentare i tassi di guadagno”.

 

Foto: Pixabay

Miriam Cesta