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Alimentazione dei suini:nuova via dai sottoprodotti dell’industria alimentare umana

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Dall’alimentazione umana all’alimentazione dei suini: uno studio condotto dai ricercatori dell’Università dell’Illinois di Urbana ha messo in evidenza che, con qualche piccola modifica, i sottoprodotti delle lavorazioni di molti prodotti alimentari umani a base di mais e da forno possono essere utilizzati per integrare la dieta dei suini.
I ricercatori, guidati da Hans Stein, hanno condotto due diversi esperimenti: nel primo si sono dedicati a misurare le concentrazioni di energia digeribile e metabolizzabile attraverso il consumo di mais e dei sottoprodotti del mais, mentre nel secondo hanno determinato la digeribilità da parte dei suini del fosforo fitato presente in questi stessi ingredienti con o senza l’aggiunta della fitasi, un enzima in grado di scomporre il fosforo fitato e facilitarne l’assimilazione.
Sotto esame sono stati messi diverse sostanze – la farina di glutine di mais, la farina di germe di mais e diverse farine di prodotti da forno. “I diversi sottoprodotti esaminati – spiega Stein – contengono diverse quantità di fosforo fitato a causa delle differenze nella loro composizione e nella loro lavorazione industriale – spiega Stein -. Grazie all’aggiunta della fitasi siamo stati in grado di aumentare la digeribilità del fosforo superiore al 60% in tutti i sottoprodotti presi in considerazione nello studio”.

Dall’alimentazione umana all’alimentazione dei suini: uno studio condotto dai ricercatori dell’Università dell’Illinois di Urbana e pubblicato su Journal of Animal Science ha messo in evidenza che, con qualche piccola modifica, i sottoprodotti delle lavorazioni di diversi prodotti alimentari umani a base di mais e da forno possono essere utilizzati per integrare la dieta dei suini.

 

I ricercatori, guidati da Hans Stein, hanno condotto due diversi esperimenti: nel primo si sono dedicati a misurare le concentrazioni di energia digeribile e metabolizzabile attraverso il consumo dei sottoprodotti della lavorazione del mais e dei prodotti da forno, mentre nel secondo hanno determinato la digeribilità da parte dei suini del fosforo fitato presente in questi stessi ingredienti con o senza l’aggiunta della fitasi, un enzima in grado di scomporre il fosforo fitato e facilitarne l’assimilazione.

 

Sotto esame sono state messe diverse sostanze – la farina di glutine di mais, la farina di germe di mais e diverse farine di prodotti da forno. “I diversi sottoprodotti esaminati – spiega Stein – contengono diverse quantità di fosforo fitato a causa delle differenze nella loro composizione e nella loro lavorazione industriale – spiega Stein -. Grazie all’aggiunta della fitasi siamo stati in grado di aumentare la digeribilità del fosforo fino a più del 60% in tutti i sottoprodotti presi in considerazione nello studio”.

 Foto: Pixabay

m.c.