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Monitoraggio delle micotossine nelle produzioni italiane di mais

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Il mais è una coltura fondamentale in Italia, dove svolge un ruolo importante per l’alimentazione animale, il consumo umano diretto e come fonte di molti prodotti commerciali. E’ noto che la granella di mais è soggetta ad infezione da parte di diverse specie fungine che provocano un accumulo di micotossine, prodotti del loro metabolismo secondario. Le micotossine che si riscontrano con maggiore frequenza nella granella di mais sono: aflatossine prodotte da Aspergillus flavus e parasiticus e fumonisine prodotte da Fusarium verticillioides; tali tossine possono accumularsi sia in pre- che in post- raccolta. La preoccupazione riguardo alla contaminazione delle micotossine è dovuta al fatto che queste sono tossiche oltre che per gli animali, anche per l’uomo. I rischi potenziali per la salute umana derivati dal consumo di alimenti contaminati dalla presenza di micotossine, hanno indotto le istituzioni nazionali ed internazionali a stabilire i valori limite del loro contenuto in granella di mais e prodotti da essa derivati (Regolamento (UE) N. 1126-2007, Regolamento (UE) N. 0574-2011).


Particolare attenzione nel corso degli anni è stata posta da parte dall’Unità di ricerca per la Maiscoltura (CRA-MAC) alla valutazione della contaminazione delle principali micotossine nelle fasi di stoccaggio. Attualmente, CRA-MAC opera nell’ambito del progetto MICOPRINCEM, “Micotossine principali ed emergenti nei cereali” (finanziato da MiPAAF, 2010-2013) che analogamente al precedente progetto MICOCER, ”Valutazione e controllo della contaminazione da micotossine nelle produzioni cerealicole italiane” (finanziato da Regione Lombardia, 2006-2008), mira ad individuare strategie utili alla prevenzione ed al contenimento dello sviluppo delle micotossine. Obiettivi del progetto sono: (i) definire e validare metodiche analitiche per la determinazione di micotossine nei cereali; (ii) individuare strategie utili alla prevenzione ed al contenimento dello sviluppo di micotossine; (iii) valutare l’incidenza delle principali micotossine per la costituzione di un sistema nazionale di valutazione del rischio; (iv) valutare la contaminazione delle principali micotossine nelle fasi di stoccaggio e conservazione.


Al fine di ottenere risultati il più possibile aderenti alla realtà della produzione maidicola italiana, si è scelto di utilizzare gli impianti di essiccazione-stoccaggio quale sorgente dei campioni da analizzare: dal 1999, CRA-MAC coordina il campionamento da una rete di 50-70 impianti, stabile negli anni di indagine, individuati sulla base di: i) posizione geografica, per ottenere una distribuzione omogenea dei bacini di raccolta entro gli areali di produzione di Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna; ii) dimensione, per includere nell’indagine impianti con diversa capacità di essiccazione giornaliera e di stoccaggio finale; iii) caratteristiche tecniche degli equipaggiamenti di ricevimento, condizionamento, movimentazione, screening e conservazione; iv) interesse all’indagine e volontà di collaborazione. La quantità di prodotto complessivamente derivato dalla rete degli impianti è di 8-900.000 t, pari a circa il 9% della produzione nazionale. È noto che le contaminazioni da micotossine su mais sono di tipo puntiforme, non sono omogeneamente distribuite per cui, tanto più il campione da sottoporre ad analisi è rappresentativo dell’intera partita, tanto più il risultato analitico sarà effettivamente un dato reale di contaminazione. Pertanto, i campioni per le analisi sono stati ottenuti con metodi di campionamento dinamico: da prodotto in movimento (durante le operazioni di carico degli autotreni in uscita o in occasione delle movimentazioni interne) è stato derivato un campione globale di 8-20 kg da cui, con metodi di sample sorting, è stato ottenuto un campione di 1,5-2 kg per il laboratorio di analisi. Da ciascun centro di stoccaggio sono stati prelevati mediamente 8-12 campioni contrassegnati con un codice identificativo anche dell’anno e della zona agraria di provenienza. Le serie complete dei campioni relativi alle produzioni 2011 e 2012 sono stati analizzati con metodi ELISA, presso i laboratori di CRA-MAC.


Fumonisine. Le fumonisine, prodotte da F. verticillioides, appaiono come le tossine più diffuse nelle nostre partite commerciali. Pochissimi campioni tra i circa 1.000 raccolti sono risultati negativi all’analisi. Questo dato conferma la presenza endemica di F. verticillioides nell’areale maidicolo italiano (Berardo et al., 2011). Nella campagna maidicola 2011, l’11 % dei campioni analizzati superava il valore di 4000 µg/kg (ppb), indicato in sede europea come limite per l’utilizzo alimentare del mais grezzo; nell’annata 2012, invece, ben il 52% dei campioni analizzati superava tale soglia.

 

Aflatossina B1. I dati relativi al contenuto di aflatossina B1 derivanti dai campioni di mais delle sperimentazioni condotte da CRA-MAC nel 2012, confermano quanto riportato dagli operatori del settore (agricoltori, essiccatori, stoccatori, mangimisti): circa il 25% dei campioni da noi analizzati risultano avere un livello di aflatossina B1 superiore ai 20 μg/kg (valore limite per il mais destinato a materia prima nei mangimi). Il problema di una maggiore contaminazione da aflatossine è sicuramente da attribuire alle elevate e prolungate alte temperature durante le fasi di sviluppo della pianta di mais, nonché alla mancanza di pioggia nelle zone non irrigue (Veneto, Emilia Romagna), condizioni climatiche che si sono verificate nel corso della campagna 2012.


La sempre maggior consapevolezza della problematica “micotossine” da parte del mondo agricolo, ha reso pratica consolidata la diffusione di tecniche agronomiche volte a ridurre o limitare le possibili condizioni favorevoli allo sviluppo di funghi micotossigeni. Anticipare le semine, controllare la piralide, evitare stress idrici, effettuare raccolte tempestive, sono alcune delle pratiche che contribuiscono all’ottenimento di una granella di mais di qualità. Tenendo comunque sempre presente che le contaminazioni da micotossine sono fortemente influenzate dalle condizioni climatiche di temperatura e umidità della stagione vegetativa, non è possibile prescindere da percorsi agronomici attenti e mirati per ottenere produzioni di qualità. Peraltro, un valido supporto per valutare l’effettiva qualità “sanitaria” della granella rispetto alla presenza di micotossine rimane l’analisi chimica strumentale (De Paoli, 2013).
Relativamente all’annata 2013, sono tuttora in corso i campionamenti e le relative analisi. Data la particolarità della stagione maidicola di quest’anno che ha provocato ritardo delle semine, partenza lenta della coltura, conseguente significativo ritardo della fioritura, maturazione e raccolta della coltura tardive nel corso dei mesi autunnali (Blandino, 2013), si può ragionevolmente ipotizzare un abbattimento della redditività e della qualità della granella.

Foto: © Gina Sanders – Fotolia.com

Sabrina Locatelli, Carlotta Balconi – Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura Unità di Ricerca per la Maiscoltura (CRA-MAC)- Bergamo