Home Ricerca Ogm e tumori, ritirata la ricerca dello scandalo

Ogm e tumori, ritirata la ricerca dello scandalo

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La ricerca francese a firma Gilles-Eric Seralini che lo scorso anno ha lanciato l’allarme sulla presunta tumorigenicità delle piante geneticamente modificate usate a scopo alimentare è stata sconfessata anche dall’editore che l’aveva pubblicata. Reed Elsevier ha infatti ritirato la pubblicazione del paper di Seralini e colleghi sulla rivista Food and Chemical Toxicology, risalente al mese di settembre del 2012. “Questo ritiro arriva dopo un’approfondita e lunga analisi dell’articolo pubblicato e dei dati in esso contenuto, insieme a un’indagine sulla peer-review dietro all’articolo – hanno spiegato dalla rivista – In sostanza, i risultati presentati sono inconcludenti e perciò non raggiungono il livello necessario per la pubblicazione da parte di Food and Chemical Toxicology”.

 

All’epoca della pubblicazione centinaia di scienziati in tutto il mondo hanno sollevato dubbi sulla ricerca di Seralini, che avrebbe dimostrato che i ratti alimentati con mais geneticamente modificato prodotto dalla Monsanto sviluppano tumori e gravi disfunzioni in diversi organi. La stessa Efsa, l’autorità europea in materia di sicurezza alimentare, già nel novembre del 2012 aveva sottolineato la presenza di gravi difetti sia nell’ideazione degli esperimenti, sia nella metodologia utilizzata, precisando che il paper non rispondeva a standard scientifici accettabili. La polemica ha raggiunto dimensioni tali che a poche settimane dalla pubblicazione del lavoro più di 700 scienziati hanno firmato una petizione online per chiedere a Seralini di rendere noti tutti i dati “grezzi” della ricerca. Oggi Food and Chemical Toxicology rende noto di aver avanzato la stessa richiesta, ottenendo da Seralini tutto il materiale in questione.

 

Secondo la rivista non è stato possibile identificare “nessuna prova di frode o di errata interpretazione intenzionale dei dati. Tuttavia – aggiungono da Food and Chemical Toxicology – c’è una fonte legittima di preoccupazione riguardo sia al numero di animali in ciascun gruppo di studio sia nel particolare ceppo selezionato”, cioè nel tipo di animali utilizzati negli esperimenti. “Dopo 18 mesi il ceppo di ratti utilizzati è altamente suscettibile ai tumori con o senza ogm nella loro alimentazione”, ha spiegato Cathie Martin, esperta del John Innes Centre di Norwich (Regno Unito).

 

Secondo David Spiegelhalter, docente di Péercezione Pubblica del Rischio dell’Università di Cambridge, già all’epoca della sua diffusione era evidente già ad una prima lettura superficiale quanto il lavoro di Seralini fosse inadatto alla pubblicazione. “Quantomeno ora si è posto rimedio – ha commentato l’esperto – e la rivista ha riconosciuto che non possono essere tirate delle conclusioni da questo studio”.

 

Da parte sua, Seralini ha giudicato la decisione “inaccettabile”, paventando azioni legali nei confronti della rivista per chiedere un risarcimento per i danni arrecati al gruppo per cui lavora, il Committee for Research and Independent Information on Genetic Engineering (CRIIGEN).

 Foto: Pixabay

Silvia Soligon