L’aumento delle temperature minaccia le rese delle coltivazioni di grano. A puntare i riflettori sull’argomento sono i ricercatori della Kansas State University di Manhattan (Stati Uniti), che grazie ad uno studio finanziato dalla Kansas Agricultural Experiment Station sono riusciti a quantificare l’impatto sulle rese dei cambiamenti climatici, delle malattie e del miglioramento genetico, giungendo alla conclusione che è necessario lavorare all’ottenimento di varietà contemporaneamente resistenti alla siccità e a patogeni o parassiti.
I ricercatori hanno analizzato dati raccolti nel corso di 26 anni, confrontando le rese di una specifica coltivazione con le condizioni climatiche e le malattie che l’hanno colpita. Ne è emerso che tra il 1985 e il 2011 i programmi di incrocio del frumento hanno aumentato del 26% le rese medie, incrementandole di 13 bushel per acro o 0,51 bushel all’anno. Una simulazione ha anche svelato che un aumento della temperatura media di un solo grado porterebbe a una diminuzione delle rese del 21% circa, pari a 10,64 bushel per acro.
In Kansas il problema è particolarmente sentito. “Date le tendenze climatiche negli anni recenti, ci si aspetta che i cambiamenti del clima portino ad aumenti delle temperature e questo probabilmente ridurrebbe le rese del grano – ha spiegato Andrew Barkley, esperto di Economia agraria – Malattie come funghi e virus possono attaccare il frumento e ridurre le rese. Fino ad oggi il miglioramento genetico ha permesso alle rese del grano di aumentare significativamente nel tempo, ma in futuro sarà una sfida tenersi al passo con il potenziale aumento delle temperature”.
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Silvia Soligon