Due dati. Per la produzione di un chilo di frutta servono 2.500 litri di acqua, per un chilo di carne 15mila. Ma attenzione, un consumatore medio mangia un chilo di frutta ogni 2-3 giorni, che in una settimana vuol dire un consumo “indiretto” di 15mila litri di acqua. Per consumare un chilo di carne – in Italia il consumo è uno dei più bassi in Europa, mediamente 113 grammi al giorno – ci vogliono circa 10 giorni. I conti sono presto fatti: l’impronta idrica della carne non è più “pesante” di quella di altri prodotti, come frutta e verdura. A dimostrarlo è uno studio di Ettore Capri, docente ordinario in Chimica agraria dell’Università Cattolica di Piacenza e direttore del Centro di ricerca sullo sviluppo sostenibile in agricoltura, che ne ha presentato i risultati al Forum internazionale di nutrizione pratica di Milano Nutrimi.
“Le aziende produttrici e trasformatrici, la distribuzione devono implementare protocolli di sviluppo sostenibile che permettano l’adozione, in tutta la filiera, di tecnologie e di comportamenti sostenibili”, ha spiegato Capri, ma anche che “bisogna tornare a consumare correttamente la carne e a riflettere sul suo significato per la nostra cultura, tradizione ed evoluzione”.
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