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Cavalli, un’alimentazione equilibrata li aiuta a restare sani

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Per prendersi cura dei cavalli bisogna, innanzitutto, fornire loro una corretta alimentazione. I consigli di Cristina Roncoroni, medico beterinario, membro della Direzione Operativa Produzioni Zootecniche dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana.

 

La concentrazione degli apporti energetici e proteici della razione dovrebbe variare in funzione:

  • dell’età (adulti, puledri sotto l’anno, di 2 e 3 anni);
  • dello stato fisiologico (fine gravidanza, allattamento);
  • del livello di attività (riposo, lavoro leggero, medio, intenso, stagione di monta per gli stalloni).

 

Il razionamento degli equini è condizionato dalla difficoltà di definire fabbisogni nutrizionali specifici, a causa delle numerose variabili rappresentate dalla disciplina praticata, dalla categoria di appartenenza e della soggettività del singolo esemplare. In generale, il superamento del fabbisogno proteico minimo non crea problemi nei soggetti in buona salute, ma quando la quantità di proteine assunte quotidianamente supera i 2g/kg di peso vivo (P.V.)/giorno, l’animale va incontro a una serie di disturbi che, oltre a influire negativamente sulla prestazione agonistica, possono causare diarree, coliche, problemi epatici e renali (soprattutto nel caso di cambiamenti repentini di dieta). Per questo motivo, alcune ricerche evidenziano l’effetto positivo delle diete basate su un tenore proteico inferiore al 10-12% di proteina grezza (P.G.) – che è la quantità solitamente consigliata – sulle performance del cavallo sportivo adulto.

 

La differenza di mole e indole dei cavalli da “sella” e da “carne” si traduce in differenti fabbisogni di nutrimento. I cavalli da sella hanno bisogno di una fonte energetica diversificata in base al tipo di sforzo richiesto (determinato dall’intensità e dalla durata dell’allenamento), con tempistiche di somministrazione ben definite rispetto all’inizio della prestazione. In questi animali le diete sono in larga misura rappresentate da alimenti “concentrati”, quali i cereali, cui occorre aggiungere un apporto minimo di fibra. Invece, l’alimentazione degli animali da carne è generalmente rappresentata dai foraggi freschi del pascolo, che in inverno vengono integrati con fieno e con piccole quantità di concentrati.

 

I mangimi composti sono così definiti perché costituiti dalla miscela di almeno due materie prime. Si distinguono in “completi” (che forniscono da soli la razione giornaliera) e “complementari” (che vengono assunti insieme ad altri alimenti). Nel caso dell’alimentazione del cavallo, è più frequente l’impiego di mangimi complementari ai foraggi, ma si stanno affermando anche mangimi completi, caratterizzati da un elevato contenuto di fibre, che vengono adottati soprattutto per particolari categorie di animali (quali esemplari anziani e con problemi respiratori).

 

Oltre a nozioni basilari quali l’importanza della qualità degli alimenti e dell’acqua, occorre assicurare:

  • il frazionamento della razione giornaliera in almeno 2-3 somministrazioni a orari fissi (possibilmente facendo precedere il fieno al mangime complementare);
  • la pulizia e il buon funzionamento della mangiatoia e degli abbeveratoi;
  • la pulizia della lettiera;
  • la tranquillità durante i pasti;
  • la corretta conservazione degli alimenti.

Foto: Pixabay

Nadia Comerci