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Ristagno d’acqua, svelati gli effetti negativi sulla resa delle coltivazioni

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Il ristagno dell’acqua nei campi coltivati riduce l’energia delle piante e compromette la loro capacità di evitare elementi tossici che non causerebbero problemi in terreni ben drenati. A svelarlo è uno studio condotto in collaborazione da ricercatori indiani e australiani, secondo cui l’identificazione dei geni importanti per rendere le piante tolleranti al ristagno dell’acqua in diverse condizioni ambientali potrebbe aumentare la produttività delle coltivazioni anche di tre volte.

 

Secondo gli autori della ricerca le concentrazioni di alcuni degli elementi che si accumulano a causa del ristagno dell’acqua, come il ferro e il manganese, possono aumentare di 10-50 volte. Ferro e manganese non sono, però, l’unico problema. Anche il boro, l’alluminio, il bicarbonato e il sodio possono accumularsi in seguito a questo fenomeno. Inoltre il ristagno dell’acqua influenza la crescita delle piante limitando l’apporto di ossigeno alla radice. “L’ossigeno – ha spiegato Tim Setter, coautore della ricerca – viaggia circa 10 mila volte più lentamente nell’acqua che nello spazio d’aria normalmente presente nel suolo. Quando i terreni sono sovraccarichi d’acqua, è come un immediato soffocamento”.

 

Attualmente i ricercatori stanno cercando di migliorare la tolleranza delle piante al ristagno d’acqua attraverso programmi di incroci basati sull’analisi di marcatori molecolari associati ai geni che conferiscono la resistenza.

 

Foto: Pixabay

Silvia Soligon