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Il calco-Lat-tore,per sapere subito quanto guadagniamo con il nostro gregge

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L’applicazione in campo zootecnico di modelli di simulazione per la risoluzione dei problemi alimentari e gestionali, è sempre più diffusa. Sono di comune uso i software di razionamento alimentare, mentre di più recente sviluppo e diffusione sono i software di supporto gestionale. Il fine applicativo di questi modelli è la pianificazione ed il monitoraggio dei processi produttivi, al fine di ottimizzare l’uso delle risorse e di massimizzare l’efficienza economica delle aziende. L’uso di software gestionali è già abbastanza comune nelle aziende bovine da latte, mentre nel settore ovino le scelte imprenditoriali sono spesso basate su impressioni soggettive, a volte discutibili. Questi software di semplice utilizzo, consentano ai tecnici che seguono le aziende ovine, ed agli allevatori stessi, di operare le scelte tecniche ed economiche sulla base di informazioni numeriche accurate e di stimare gli effetti che queste scelte possono determinare.
Di seguito è descritto “CALCO-LAT-TORE”, un modello realizzato per supportare scelte di razionamento alimentare e migliorare l’efficienza gestionale degli allevamenti ovini da latte.
Le decisioni dell’imprenditore sono guidate dall’obiettivo di rendere massimo il profitto derivante dall’attività produttiva aziendale. All’allevatore è richiesto quotidianamente di rapportarsi con le voci del bilancio aziendale e di effettuare scelte compatibili con le tecniche di allevamento adottate ed il prezzo di mercato dei prodotti venduti.
Per operare scelte aziendali nel breve periodo, il ricorso alla stima del bilancio economico aziendale diventa difficile sia in quanto richiede tempi lunghi, non compatibili con la necessità di stimare in maniera semplice la validità economica delle scelte attuate quotidianamente.
L’obiettivo del CALCO-LAT-TORE è di calcolare degli indici di efficienza economico produttiva, sulla base di pochi dati aziendali facilmente ottenibili in campo, quali il costo degli alimenti disponibili e le produzioni aziendali. Il CALCO-LAT-TORE prende spunto dal modello “Dairy Economics” (Campiotti, 2005) sviluppato per i bovini da latte. Questo ultimo modello si basa sull’indice Income Over Feed Cost (IOFC: entrate al netto dei costi alimentari) largamente usato da numerosi decenni per la valutazione delle scelte tecniche delle aziende bovine da latte come dimostrano gli studi di Rundell (1973). L’IOFC viene calcolato come differenza tra le entrate derivanti dal latte venduto ed i costi sostenuti per l’alimentazione degli animali.
L’applicazione dell’IOFC nelle aziende zootecniche si fonda su pochi ma importanti principi economici:
      il profitto aziendale è dato dalla differenza fra i ricavi ed i costi;
      i ricavi sono dati principalmente dalla vendita dei prodotti;
      i costi si ripartiscono fra fissi (Cf) e variabili (Cv);
      i costi variabili sono quelli su cui si può agire nel breve periodo.
 
Il CALCO-LAT-TORE è stato elaborato con riferimento alle aziende ovine da latte nelle condizioni che caratterizzano questo settore in Sardegna ed è applicabile a tutte le realtà dell’ovinicoltura mediterranea. Il CALCO-LAT-TORE è stato implementato su un file di Microsoft Excel®, compatibile con le versioni precedenti e successive a Excel 2003 per Microsoft Windows o alle equivalenti versioni per Mac; l file ha una dimensione di circa 1 MB, ed è diviso in due sezioni: una di input, in cui l’operatore inserisce i dati necessari per fare i calcoli, l’altra di output, dove sono riportati i risultati; un ulteriore foglio di appoggio agli input riporta i prezzi degli alimenti, un altro foglio riporta l’output grafico di alcuni indici.
Contenuto, struttura e funzionamento del modello
I primi dati da inserire sono quelli relativi agli alimenti utilizzati in azienda: è necessario inserire il nome dell’alimento, il suo contenuto di sostanza secca (SS) e il prezzo (€/q). Il modello prevede che questi dati, inseriti nel foglio di lavoro denominato “Alimenti” (Figura 1), siano aggiornati mensilmente, per tenere conto della possibile variazione dei prezzi e della sostanza secca.
Nel foglio “Input” (Figura 2), ogni 10 giorni,  è necessario registrare:
        il numero di pecore del gregge
        il numero delle pecore in lattazione
        il prezzo del latte
        la quantità di latte venduto
        la qualità del pascolo
        le ore di pascolamento
        la quantità di somministrata di ogni singolo alimento
Per quanto riguarda la qualità del pascolo, si hanno a disposizione tre opzioni: buono, medio e scarso.
Le ore di pascolamento devono essere comprese fra 0 e 6, perché si è osservato che dopo sei ore la quantità di SS ingerita non cambia (Avondo e Bordonaro, 2001). La quantità di erba ingerita durante il pascolamento viene calcolata ipotizzando una ingestione di SS di 130, 150 e 170 g/ora, rispettivamente per pascoli scarsi, medi e buoni. Secondo il principio economico del costo-opportunità, all’erba è attribuito lo stesso prezzo del fieno, che verrebbe utilizzato per sostituire l’erba se non si disponesse di pascolo; il rapporto di sostituzione è calcolato in termini di apporto energetico.
In caso si volesse determinare l’ingestione al pascolo in maniera più accurata, si può consultare quanto riportato da Molle et al. (2001) e Avondo e Bordonaro (2001) e considerare il pascolo come un qualsiasi altro alimento:
        inserire 0 nel riquadro “ore di pascolamento”;
        inserire la % di SS e il prezzo del pascolo nel foglio Alimenti;
        inserire la quantità di erba ingerita (tal quale) in kg/gregge per giorno, nel foglio Input.
Da queste poche informazioni è già possibile ottenere interessanti considerazioni tecnico-economiche. Gli indici economici di campo ed altre importanti informazioni calcolate dal modello sono riportate nel foglio “Output” (Figura 3). Su distinte colonne sono riportate le medie mensili di ogni dato calcolato dal modello:
la SS somministrata al gregge (kg/giorno)
il costo alimentare sostenuto (€/giorno)
l’indice di conversione alimentare in latte (ICL, kg SS/litro)
la quantità di latte prodotta per kg di SS somministrata (litri/kg)
l’IOFC aziendale (€/giorno), cioè il ricavo aziendale al netto dei costi alimentari
l’IOFC per pecora presente e per pecora munta (€/capo),
il costo marginale di produzione del latte (€/litro),
l’IOFC marginale (€), cioè il ricavo al netto dei costi alimentari per ogni litro di latte prodotto in più rispetto alla situazione reale.
La quantità di latte prodotta per kg di SS somministrata e il suo inverso, ossia la quantità di SS necessaria per produrre un litro di latte (ICL), indicano l’efficienza di trasformazione aziendale e possono essere usati come termini di confronto fra aziende diverse. L’IOFC aziendale viene espresso in rapporto a diversi parametri (azienda, capo presente, capo in produzione, etc.) e per unità di tempo (anno, mese o giorno) per analizzare i punti critici aziendali per diversi aspetti zootecnici.
Il foglio IOFC riporta l’output grafico riepilogativo dell’andamento annuale dell’indice IOFC e dei litri di latte venduti (Figura 4).
Il modello calcola inoltre il valore economico della produzione di latte marginale per avere delle informazioni sulla potenzialità economica delle scelte tecniche che influenzano i costi variabili. Nel suo significato economico il latte marginale è 1 litro di latte prodotto dal gregge in aggiunta a quelli prodotti sino a quel momento. L’IOFC marginale indica come variano i ricavi all’aumentare della produzione di latte di una unità. Il CALCO-LAT-TORE ipotizza che per produrre un litro di latte marginale sono necessari 0,6 kg di SS, in accordo a quanto riportato dall’INRA (1988). Moltiplicando questa quantità per il costo della razione (€/kg) si ottiene il costo marginale di produzione del latte; questo, sottratto al prezzo del latte fornisce il valore di IOFC marginale. Il latte marginale è quello che realmente può migliorare l’efficienza complessiva dell’azienda; infatti, la produzione di latte marginale ha un costo inferiore rispetto al resto del latte aziendale.
 
Gli indici di campo riportati nel foglio Output sono altamente informativi: opportunamente archiviati possono essere confrontati per giorni, periodi od annate diverse e discussi sulla base delle rispettive condizioni alimentari, ambientali e di mercato. In genere qualsiasi intervento che porta a produrre 1 litro di latte in più a un costo inferiore all’IOFC marginale è conveniente per l’azienda. Alcuni esempi di applicazione del modello come supporto per le scelte aziendali sono:
valutazione della convenienza a modificare in più od in meno la quantità di concentrati (o foraggi conservati) somministrati agli animali. Ad esempio, si può valutare se un determinato aumento della quantità di mangimi somministrati porti ad un aumento della IOFC aziendale;
individuare la soglia produttiva alla quale conviene mettere in asciutta gli animali, riformare animali poco produttivi o esaminare la possibilità di sostituire uno o più capi con altri di maggiore livello produttivo da acquistare sul mercato.
 
CONCLUSIONI
Lo strumento informatico descritto consente di valutare in maniera oggettiva l’effetto delle scelte alimentari e gestionale, migliorando così la redditività aziendale. Il CALCO-LAT-TORE non necessita di  particolari conoscenze informatiche, è facile da usare e  richiede poco tempo per l’inserimento dei dati. Il CALCO-LAT-TORE, inoltre, può essere utilizzato per studi sulla efficienza economico-produttiva degli allevamenti da latte di specifiche aree. Il software è disponibile gratuitamente nel sito della Sezione di Scienze Zootecniche dell’Università di Sassari, con versioni frequentemente aggiornate, nella sezione download: http://www.uniss.it/dipartimenti/dip_zootecnica/

 

L’applicazione in campo zootecnico di modelli di simulazione per la risoluzione dei problemi alimentari e gestionali, è sempre più diffusa. Sono di comune uso i software di razionamento alimentare, mentre di più recente sviluppo e diffusione sono i software di supporto gestionale. Il fine applicativo di questi modelli è la pianificazione ed il monitoraggio dei processi produttivi, al fine di ottimizzare l’uso delle risorse e di massimizzare l’efficienza economica delle aziende. L’uso di software gestionali è già abbastanza comune nelle aziende bovine da latte, mentre nel settore ovino le scelte imprenditoriali sono spesso basate su impressioni soggettive, a volte discutibili. Questi software di semplice utilizzo, consentano ai tecnici che seguono le aziende ovine, ed agli allevatori stessi, di operare le scelte tecniche ed economiche sulla base di informazioni numeriche accurate e di stimare gli effetti che queste scelte possono determinare. 

Di seguito è descritto “CALCO-LAT-TORE”, un modello realizzato per supportare scelte di razionamento alimentare e migliorare l’efficienza gestionale degli allevamenti ovini da latte. 

Le decisioni dell’imprenditore sono guidate dall’obiettivo di rendere massimo il profitto derivante dall’attività produttiva aziendale. All’allevatore è richiesto quotidianamente di rapportarsi con le voci del bilancio aziendale e di effettuare scelte compatibili con le tecniche di allevamento adottate ed il prezzo di mercato dei prodotti venduti. 

Per operare scelte aziendali nel breve periodo, il ricorso alla stima del bilancio economico aziendale diventa difficile sia in quanto richiede tempi lunghi, non compatibili con la necessità di stimare in maniera semplice la validità economica delle scelte attuate quotidianamente. 

L’obiettivo del CALCO-LAT-TORE è di calcolare degli indici di efficienza economico produttiva, sulla base di pochi dati aziendali facilmente ottenibili in campo, quali il costo degli alimenti disponibili e le produzioni aziendali. Il CALCO-LAT-TORE prende spunto dal modello “Dairy Economics” (Campiotti, 2005) sviluppato per i bovini da latte. Questo ultimo modello si basa sull’indice Income Over Feed Cost (IOFC: entrate al netto dei costi alimentari) largamente usato da numerosi decenni per la valutazione delle scelte tecniche delle aziende bovine da latte come dimostrano gli studi di Rundell (1973). L’IOFC viene calcolato come differenza tra le entrate derivanti dal latte venduto ed i costi sostenuti per l’alimentazione degli animali. 

L’applicazione dell’IOFC nelle aziende zootecniche si fonda su pochi ma importanti principi economici:

 

 

 

  • il profitto aziendale è dato dalla differenza fra i ricavi ed i costi;

  • i ricavi sono dati principalmente dalla vendita dei prodotti;

  • i costi si ripartiscono fra fissi (Cf) e variabili (Cv);

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i costi variabili sono quelli su cui si può agire nel breve periodo.

 

 

Il CALCO-LAT-TORE è stato elaborato con riferimento alle aziende ovine da latte nelle condizioni che caratterizzano questo settore in Sardegna ed è applicabile a tutte le realtà dell’ovinicoltura mediterranea. Il CALCO-LAT-TORE è stato implementato su un file di Microsoft Excel®, compatibile con le versioni precedenti e successive a Excel 2003 per Microsoft Windows o alle equivalenti versioni per Mac; l file ha una dimensione di circa 1 MB, ed è diviso in due sezioni: una di input, in cui l’operatore inserisce i dati necessari per fare i calcoli, l’altra di output, dove sono riportati i risultati; un ulteriore foglio di appoggio agli input riporta i prezzi degli alimenti, un altro foglio riporta l’output grafico di alcuni indici.

Contenuto, struttura e funzionamento del modello

I primi dati da inserire sono quelli relativi agli alimenti utilizzati in azienda: è necessario inserire il nome dell’alimento, il suo contenuto di sostanza secca (SS) e il prezzo (€/q). Il modello prevede che questi dati, inseriti nel foglio di lavoro denominato “Alimenti” (Figura 1), siano aggiornati mensilmente, per tenere conto della possibile variazione dei prezzi e della sostanza secca.

Nel foglio “Input” (Figura 2), ogni 10 giorni,  è necessario registrare: 

 

 

  • il numero di pecore del gregge

  • il numero delle pecore in lattazione

  • il prezzo del latte

  • la quantità di latte venduto

  • la qualità del pascolo

  • le ore di pascolamento

la quantità di somministrata di ogni singolo alimento

 

 

Per quanto riguarda la qualità del pascolo, si hanno a disposizione tre opzioni: buono, medio e scarso. 

Le ore di pascolamento devono essere comprese fra 0 e 6, perché si è osservato che dopo sei ore la quantità di SS ingerita non cambia (Avondo e Bordonaro, 2001). La quantità di erba ingerita durante il pascolamento viene calcolata ipotizzando una ingestione di SS di 130, 150 e 170 g/ora, rispettivamente per pascoli scarsi, medi e buoni. Secondo il principio economico del costo-opportunità, all’erba è attribuito lo stesso prezzo del fieno, che verrebbe utilizzato per sostituire l’erba se non si disponesse di pascolo; il rapporto di sostituzione è calcolato in termini di apporto energetico. 

In caso si volesse determinare l’ingestione al pascolo in maniera più accurata, si può consultare quanto riportato da Molle et al. (2001) e Avondo e Bordonaro (2001) e considerare il pascolo come un qualsiasi altro alimento:

 

 

  • inserire 0 nel riquadro “ore di pascolamento”;

  • inserire la % di SS e il prezzo del pascolo nel foglio Alimenti;

inserire la quantità di erba ingerita (tal quale) in kg/gregge per giorno, nel foglio Input.

 

Da queste poche informazioni è già possibile ottenere interessanti considerazioni tecnico-economiche. Gli indici economici di campo ed altre importanti informazioni calcolate dal modello sono riportate nel foglio “Output” (Figura 3). Su distinte colonne sono riportate le medie mensili di ogni dato calcolato dal modello:    

  • la SS somministrata al gregge (kg/giorno)

  • il costo alimentare sostenuto (€/giorno)

  • l’indice di conversione alimentare in latte (ICL, kg SS/litro)

  • la quantità di latte prodotta per kg di SS somministrata (litri/kg)

  • l’IOFC aziendale (€/giorno), cioè il ricavo aziendale al netto dei costi alimentari

  • l’IOFC per pecora presente e per pecora munta (€/capo),

  • il costo marginale di produzione del latte (€/litro),

  • l’IOFC marginale (€), cioè il ricavo al netto dei costi alimentari per ogni litro di latte prodotto in più rispetto alla situazione reale.

 

La quantità di latte prodotta per kg di SS somministrata e il suo inverso, ossia la quantità di SS necessaria per produrre un litro di latte (ICL), indicano l’efficienza di trasformazione aziendale e possono essere usati come termini di confronto fra aziende diverse. L’IOFC aziendale viene espresso in rapporto a diversi parametri (azienda, capo presente, capo in produzione, etc.) e per unità di tempo (anno, mese o giorno) per analizzare i punti critici aziendali per diversi aspetti zootecnici. 

Il foglio IOFC riporta l’output grafico riepilogativo dell’andamento annuale dell’indice IOFC e dei litri di latte venduti (Figura 4). 

Il modello calcola inoltre il valore economico della produzione di latte marginale per avere delle informazioni sulla potenzialità economica delle scelte tecniche che influenzano i costi variabili. Nel suo significato economico il latte marginale è 1 litro di latte prodotto dal gregge in aggiunta a quelli prodotti sino a quel momento. L’IOFC marginale indica come variano i ricavi all’aumentare della produzione di latte Da queste poche informazioni è già possibile ottenere interessanti considerazioni tecnico-economiche. Gli indici economici di campo ed altre importanti informazioni calcolate dal modello sono riportate nel foglio “Output” (Figura 3). Su distinte colonne sono riportate le medie mensili di ogni dato calcolato dal modello: di una unità. Il CALCO-LAT-TORE ipotizza che per produrre un litro di latte marginale sono necessari 0,6 kg di SS, in accordo a quanto riportato dall’INRA (1988). Moltiplicando questa quantità per il costo della razione (€/kg) si ottiene il costo marginale di produzione del latte; questo, sottratto al prezzo del latte fornisce il valore di IOFC marginale. Il latte marginale è quello che realmente può migliorare l’efficienza complessiva dell’azienda; infatti, la produzione di latte marginale ha un costo inferiore rispetto al resto del latte aziendale. 

Gli indici di campo riportati nel foglio Output sono altamente informativi: opportunamente archiviati possono essere confrontati per giorni, periodi od annate diverse e discussi sulla base delle rispettive condizioni alimentari, ambientali e di mercato. In genere qualsiasi intervento che porta a produrre 1 litro di latte in più a un costo inferiore all’IOFC marginale è conveniente per l’azienda. Alcuni esempi di applicazione del modello come supporto per le scelte aziendali sono:

 

  • valutazione della convenienza a modificare in più od in meno la quantità di concentrati (o foraggi conservati) somministrati agli animali. Ad esempio, si può valutare se un determinato aumento della quantità di mangimi somministrati porti ad un aumento della IOFC aziendale;

  •  

individuare la soglia produttiva alla quale conviene mettere in asciutta gli animali, riformare animali poco produttivi o esaminare la possibilità di sostituire uno o più capi con altri di maggiore livello produttivo da acquistare sul mercato.

 

Conclusioni

Lo strumento informatico descritto consente di valutare in maniera oggettiva l’effetto delle scelte alimentari e gestionale, migliorando così la redditività aziendale. Il CALCO-LAT-TORE non necessita di  particolari conoscenze informatiche, è facile da usare e  richiede poco tempo per l’inserimento dei dati. Il CALCO-LAT-TORE, inoltre, può essere utilizzato per studi sulla efficienza economico-produttiva degli allevamenti da latte di specifiche aree. Il software è disponibile gratuitamente nel sito della Sezione di Scienze Zootecniche dell’Università di Sassari, con versioni frequentemente aggiornate, nella sezione download: http://www.uniss.it/dipartimenti/dip_zootecnica/ 

 

Foto: Pixabay

 

Atzori A.S, Boe F., Cannas A., Pulina G.