Home Ricerca Scoperta l’evoluzione deisemi, permetterà dimigliorare le coltivazioni

Scoperta l’evoluzione deisemi, permetterà dimigliorare le coltivazioni

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I ricercatori del New York Plant Genomics Consortium hanno costruito la mappa delle relazioni evolutive di 150 specie di piante che producono semi. La notizia arriva dalle pagine di PloS Genetics e i dati sono a disposizione dell’intera comunità scientifica, che potrà utilizzarli per identificare i geni associati a caratteristiche di interesse agronomico, come la qualità dei semi e di altri prodotti vegetali utilizzati, ad esempio, dall’industria alimentare o tessile.

 

L’approccio utilizzato per costruire questa mappa è la cosiddetta filogenomica funzionale e ha previsto l’analisi della struttura e della funzione dei geni. Fra le specie incluse nello studio ci sono sia piante che producono fiori – come l’arachide e il dente di leone -, sia piante che non fioriscono – come il pino e l’abete. In totale sono stati analizzati circa 23.000 gruppi di geni, che sono stati organizzati in un albero filogenetico in base alle loro relazioni evolutive. Inoltre i ricercatori hanno identificato i geni responsabili della diversità fra le singole specie.

 

Le informazioni raccolte hanno permesso di stabilire che fra le piante viventi che non producono fiori le più antiche sono le Gnetofite, come gli arbusti e le viti. Inoltre i ricercatori hanno scoperto che un particolare meccanismo di regolazione dell’espressione dei geni – detto “RNA interference” – è stato determinante per la separazione delle monocotiledoni – come il riso e la canna da zucchero, ma anche le orchidee – dalle altre piante con fiori.

 

Secondo Dennis Stevenson del New York Botanical Garden (Usa) queste informazioni permetteranno di “studiare l’evoluzione di caratteristiche come la resistenza alla siccità e alle malattie o la produttività delle coltivazioni che sostengono la vita umana grazie a un’agricoltura migliorata”.

 

Foto: Pixabay

Silvia Soligon