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Mais, l’andamento colturale della campagna 2020

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Dopo il minimo storico del 2018, le superfici investite a mais nel 2019 hanno visto un recupero pari al 7%, come riportato da Ismea nel bollettino di novembre elaborato sulla base dei dati Istat. Per la campagna maidicola 2020, la stima Istat di inizio anno, basata sui dati di intenzioni di semina, indicava un calo delle superfici nazionali investite a mais del 3% rispetto al 2019. Nel corso della campagna 2020, i dati raccolti dal Crea al termine del periodo di semina, confermano tale stima (Relazione del CREA – Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture industriali al Tavolo di filiera cereali MiPAAF, 3 giugno 2020).

Le semine sono state effettuate tra la metà di marzo e la fine di aprile in condizioni climatiche caratterizzate da persistenti condizioni di siccità. Il prolungarsi dell’assenza di precipitazioni ha comportato il ricorso ad irrigazioni precoci; in molti casi, inoltre, si è registrata una mancata efficacia dei diserbanti di pre-emergenza che hanno determinato una importante presenza di infestanti, controllate successivamente con interventi in post-emergenza, trattamenti e irrigazioni ad aspersione, resi particolarmente difficoltosi per il vento persistente. Tali situazioni hanno determinato un aumento dei costi di produzione destando serie preoccupazioni presso gli operatori. I parametri meteorologici che influiscono maggiormente sulla resa delle colture sono: temperatura, precipitazioni e loro evoluzione durante il ciclo colturale; quanto più questi parametri si discostano dalle esigenze fisiologiche delle piante, maggiori e più incisive sono le condizioni di stress che ne conseguono.

Dopo una partenza in situazione di grave stress dovuto al deficit idrico, i mesi di giugno e luglio sono stati caratterizzati, mediamente, da buone piogge ben distribuite a intervalli di tempo significativi. Si sono verificati, purtroppo, episodi meteorologici violenti (soprattutto nelle provincie di Bergamo e Brescia) caratterizzati da vento forte e grandine che hanno determinato allettamenti. Sempre nei mesi di giugno-luglio, le temperature sono risultate vantaggiose per la coltura: entro i 30°C di giorno e notti fresche (t°<20°C). Dal 26 luglio si è verificato un brusco innalzamento delle temperature (soprattutto nel Nord-est) con circa 37°C di giorno e 23-24°C di notte. L’andamento meteorologico fresco e piovoso, che ha caratterizzato il mese giugno, soprattutto in Piemonte e Lombardia, ha rallentato lo sviluppo della piralide, portando ad una distribuzione abbastanza uniforme dei diversi stadi dell’insetto. Inoltre, le temperature fresche della notte e le piogge ne disturbano il volo e quindi l’ovideposizione.

Al 31 luglio il mais di prima semina è ormai in fase avanzata di sviluppo e la coltura in buone condizioni: i temporali ben distribuiti e le temperature notturne fresche hanno favorito una fase di riempimento efficiente e le piante si trovano in una buona condizione di stay green. La coltura è leggermente in ritardo per una fioritura mediamente più tardiva rispetto agli ultimi anni, per l’andamento meteo fresco, soprattutto di giugno, e per il mese di agosto particolarmente piovoso. Quest’ultima condizione ha però inciso positivamente sullo sviluppo colturale, soprattutto sui mais di seconda semina.

Ad oggi, la campagna 2020 risulta una buona annata: i dati provenienti dalle prime trebbiature confermano le attese positive riguardanti la produzione. Le condizioni della coltura sono abbastanza uniformi in tutto l’areale italiano di coltivazione (a differenza del 2019 in cui si è verificata una forte disomogeneità da regione a regione con conseguente variabilità nello sviluppo e nelle rese). Riguardo la sanità/qualità della granella non sono state segnalate presenze diffuse e significative di Fusarium e Aspergillus; date le buone condizioni della coltura, si ipotizzano livelli contenuti di aflatossine e, per quanto riguarda le fusariotossine, molto dipenderà dal clima del prossimo periodo. Le infezioni sono più probabili nelle coltivazioni particolarmente soggette a stress (ad es. carenza idrica nelle zone con minori precipitazioni e mancanza di irrigazione): si consiglia pertanto di monitorare il mais per accertarne le condizioni fitosanitarie e di applicare, in fase di raccolta, tutte le misure necessarie per ridurre il rischio di contaminazione da micotossine.

 

Ringraziamenti

Un ringraziamento a tutti gli operatori della filiera che hanno fornito le informazioni raccolte, in particolare a: AIRES (Associazione Italiana Raccoglitori Essiccatori Stoccatori di Cereali e Semi oleosi), AMI (Associazione Maiscoltori Italiani), CAPAC, Cooperativa Terremerse, Confcooperative Lombardia, DISAFA-Università Torino, ERSA Friuli Venezia Giulia.

 

 

CREA Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali, Bergamo

 

Foto: Pixabay

Sabrina Locatelli – Chiara Lanzanova*