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Brasile, per il 2020/2021 sarà record per la produzione di soia

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La nuova stagione che sta per cominciare si preannuncia favorevole per la soia brasiliana. Piantagioni in aumento, produzione record e incremento di scambi commerciali soprattutto con la Cina. Sono le indicazioni rilevate da SpaceX, una società di consulenza di agribusiness, riportate da Reuters. Sarà proprio la domanda cinese, oltre a quella interna, a sostenere le ottime prospettive per la soia brasiliana.

La produzione è prevista in aumento a 132,6 milioni di tonnellate dai 122,8 mil dell’anno scorso. Le piantagioni dovrebbero espandersi a 38 milioni di ettari nel 2020/21, facendo segnare un altro record oltre a quello dell’output. L’incremento delle superfici investite è correlato alla domanda cinese di soia, in costante crescita. 

Già a giugno i numeri relativi agli acquisti cinesi dal Brasile, il maggior produttore ed esportatore mondiale di soia sono stati molto positivi. La domanda cinese è spinta infatti da una crescente domanda di materie prime per mangimi per gli allevamenti suini che sono in fase di ricostituzione dopo la decimazione causata dalla Peste suina africana. L’incremento su base tendenziale a giugno è stato di oltre il 90%, da 5,5 a 10,5 milioni di tonnellate secondo i dati del General Administration of Customs cinese.

L’export brasiliano è stimato in generale a 81 milioni, in crescita rispetto ai 74 mil dello scorso anno. Tuttavia, data la forte domanda domestica e l’offerta insufficiente, il Brasile avrà comunque necessità di importare soia. In particolare – aggiunge Stone X – gli acquisti del seme oleoso saliranno da 0,5 a 1 milione di tonnellate. 

L’intensificarsi degli scambi commerciali tra Cina e Brasile chiama in causa anche le relazioni con gli Stati Uniti. Nonostante un contesto economico sfavorevole, a seguito della guerra dei dazi tra le due superpotenze – secondo i dati del Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti – nel 2019 la Cina è stato comunque il maggior mercato di destinazione della soia statunitense. Lo scorso anno c’è stato infatti un rimbalzo dalle secche del 2018, con Pechino che ha approfittato anche dei prezzi inferiori del prodotto Usa. Nei mesi scorsi la Cina ha inoltre acquistato buoni quantitativi di soia dagli Stati Uniti, anche a scapito di quella brasiliana penalizzata da prezzi meno competitivi. L’11 giugno scorso, ad esempio, le vendite di soia hanno raggiunto il livello più alto da sedici mesi con 720 mila tonnellate di prodotto esportato.

 

Foto: Pixabay

 

red.