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Fao, ancora su i prezzi delle materie prime alimentari

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Continuano a crescere le quotazioni delle materie prime alimentari. L’Indice dei prezzi della Fao, con riferimento al mese di luglio, ha registrato il secondo aumento consecutivo raggiungendo quota 94,2 punti. Il rialzo, dell’1,2% rispetto al mese precedente e di poco sotto l’1% su base tendenziale, è correlato soprattutto all’aumento dei prezzi degli oli vegetali e del latte e suoi derivati. Solo le carni hanno fatto segnare un calo delle quotazioni. 

Cereali

Stabile l’indice dei prezzi dei cereali, a quota 96,9 punti. Il rialzo rispetto a luglio 2019 è stato minimo, dello 0,4%. All’interno della categoria, ci sono però delle differenze notevoli. Il mais e il sorgo hanno visto aumentare le quotazioni (rispettivamente +5,8% e +3,7% sul mese scorso), grazie agli acquisti ingenti di prodotto statunitense effettuati dalla Cina. Per il riso la tendenza è opposta, con prezzi in calo alla luce delle stime degli abbondanti raccolti per la nuova stagione. Il prezzo del frumento non ha subito variazioni sostanziali mese su mese per un’attività commerciale rallentata nonostante un dollaro più debole e previsioni di raccolti più contenuti in Europa, Argentina e regione del Mar nero. Stabile anche il prezzo dell’orzo. 

Carne

Come accennato, solo il prezzo della carne è diminuito (indice a 93 punti). Il calo a luglio è stato dell’1,8%, addirittura del 9,2% rispetto a luglio 2019. Per la carne bovina e suina si è assistito a una netta flessione dal momento che la domanda di import globale è rimasta inferiore all’offerta di prodotto disponibile per l’export, nonostante le conseguenze della diffusione del coronavirus nelle principali regioni esportatrici. In controtendenza la carne bianca, per via dei tagli alla produzione in Brasile conseguente dell’apprezzamento dei mangimi e delle preoccupazioni relative alla domanda futura. Leggero aumento, infine, per la carne ovina.

Latte e derivati

Netto l’incremento dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari: +3,5% su base congiunturale. L’asticella si è fermata a 101,8 punti portando per la prima volta i prezzi sopra i livelli pre-CoVid-19. L’aumento ha coinvolto tutti i prodotti della categoria. Il latte in polvere ha visto un aumento significativo dei prezzi grazie alla forte domanda dei compratori asiatici preoccupati per un’eventuale riduzione di prodotto disponibile in Oceania. Per burro e formaggio, invece, i prezzi sono stati sostenuti dalla domanda di import e dai consumi in aumento in Europa.

Oli 

L’indice degli oli vegetali ha toccato 93,2 punti, aumentando del 7,6% rispetto a giugno e toccando il massimo livello da cinque mesi a questa parte. Per l’olio di palma rialzo è avvenuto in un contesto di probabili rallentamenti produttivi nei principali Paesi produttori per le condizioni meteo sfavorevoli, di import in risalita e di continua carenza di manodopera di lavoratori stagionali in Malesia. Per la soia, invece, i prezzi sono aumentati per la contrazione delle scorte in Brasile, tra i principali esportatori del prodotto, mentre per l’olio di colza è stata determinante la domanda europea sia nel settore alimentare che in quello del biodiesel. 

Zucchero

Sono 76 i punti dell’indice dei prezzi dello zucchero, +1,4% rispetto al mese precedente e +4,3% rispetto a luglio 2019. La tendenza è frutto della contrapposizione di elementi diversi. Da un lato l’aumento dei prezzi dell’energia e la riduzione prevista della produzione in Thailandia per via di una grave siccità hanno spinto al rialzo i prezzi, dall’altro hanno rappresentato un freno le cifre incoraggianti relative alla produzione di zucchero in Brasile, il maggiore produttore al mondo.

 

 

Foto: Pixabay

redazione