Più spedizioni e meno arrivi di mangimi in Italia nel primo quadrimestre del 2020. Rispetto all’anno precedente Anacer ha rilevato una netta riduzione delle importazioni di mangimi a base di cereali del 29% a fronte di un incremento delle esportazioni del 12%. Le quantità importate sono diminuite da 148.752 a 105.622 tonnellate, ma in valore la differenza è molto più contenuta: da 215,1 a 197,8 milioni di euro. La voce più consistente, quella degli alimenti per cani e gatti, ha visto ridurre le quantità importate di un terzo. Sul fronte delle esportazioni, invece, si è passati da 102.633 a 114.778 tonnellate di mangimi e da 130 a 143 milioni di euro in valore.
Allargando lo sguardo, sempre sulla scorta dei dati provvisori dell’Istat, Anacer ha valutato una sostanziale stabilità dell’import di cereali, semi oleosi e farine proteiche nei primi quattro mesi del 2020: +0,1% nelle quantità è -0,1% nel valore rispetto al 2019. Tra i cereali in granella diminuiscono le importazioni di grano tenero (-81 mila t) e orzo (-20 mila t) ma cresce di molto la quantità importata di grano duro (+287 mila). Il mais scende sotto quota 2 milioni con una riduzione degli arrivi di 113 mila t. Per il riso (compreso risone, semigreggio e lavorato) la riduzione è consistente e sfiora il 30%. Per l’avena è +1107 t mentre la stabilità caratterizza il livello di importazioni di semi e frutti oleosi e farine proteiche. In risalita del 4,8% trasformati e sostitutivi.
Export
Più dinamico il fronte delle esportazioni: +19,3% delle quantità e 21,9% in valore (rispettivamente +276 mila tonnellate e +258 milioni di euro). Da Paese trasformatore di materie prime l’Italia ha esportato più pasta alimentare (+169 mila t) e prodotti trasformati (+59 mila t), ma anche riso e semola di grano duro (aumenti di poco meno di 47 mila e 2263 t a testa). In flessione, invece, le vendite all’estero di cereali in granella (-10 mila t) e farina di grano tenero (-4 mila).
Queste variazioni nell’import/export hanno migliorato il saldo valutario netto di 491,6 milioni dal precedente livello di -751,3 milioni del 2019. Tra gennaio e aprile 2020 c’è stata infatti una spesa di 1982,2 milioni di euro (in calo dai 1929,9) e introiti per 1436,6 milioni (in aumento dai 1178,6 milioni).
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