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Zootecnia, 90 milioni di euro per il fondo anti-crisi

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Tra sovvenzioni e sostegno all’ammasso privato, sono 90 i milioni di euro destinati alle filiere zootecniche. A beneficiarne saranno, tra gli altri, la suinicoltura, incluso il segmento dei prosciutti Dop, e il comparto del latte di bufala. Il passaggio decisivo si è avuto con l’intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni sullo schema di decreto del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali relativo al Fondo di tutela delle filiere in crisi compresa, appunto, quella zootecnica. 

L’articolo 222 del decreto legge n.34 del 2020 aveva previsto il coinvolgimento dell’organo di raccordo tra Stato e Regioni sul fondo emergenziale da 500 milioni di euro. Il fondo è stato istituito nello stato di previsione del ministero per aiutare i settori dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura colpiti dalle conseguenze economiche della pandemia di CoVid-19, in particolare correlate alla chiusura del canale Horeca. Come ha sottolineato la ministra Teresa Bellanova, quelle zootecniche individuate dallo schema di decreto sono le filiere che più hanno subito danni e che godono di meno aiuti strutturali.

I 90 milioni stanziati per la filiera zootecnica saranno ripartiti in 65 milioni di sovvenzioni e 25 di aiuti all’ammasso privato. Per questi ultimi, l’intervento del Mipaaf si è reso necessario – come ricorda la ministra – perché l’Ue non aveva attivato alcun sostegno. Bellanova ha anche ricordato l’impegno del ministero in favore dell’integrazione della filiera: “Dalla prossima settimana convocheremo tavoli specifici, a partire da quello suinicolo, per sancire dei patti di filiera nazionali”.

Tutti gli interventi sono applicabili nel rispetto dei massimali previsti dal Quadro temporaneo di aiuti della Commissione europea, ovvero 100 mila euro per ogni singola impresa agricola. Le domande per accedere agli aiuti saranno predisposte da Agea.

Anche ovini e caprini

30 milioni di sovvenzioni saranno appannaggio della filiera suinicola per animali nati, allevati e macellati in Italia. In particolare sono previsti finanziamenti nella misura di 20 euro per ogni capo di suino macellato dal 1° maggio al 30 giugno scorsi, nei limiti di spesa di 23 milioni, e fino a 18 euro per ogni scrofa allevata nel primo semestre dell’anno nel limite di spesa di 7 milioni. 

Per la filiera cunicola invece l’aiuto è fino a 1 euro per ogni capo macellato tra 1° aprile e 30 giugno; fino a 6 euro, invece, per ogni capretto macellato nel primo semestre 2020 mentre per gli ovicaprini la cifra arriva fino a 3 euro per ogni pecora e/o capra allevata nel periodo dal 1° maggio al 30 giugno 2020. Più consistente l’aiuto per i vitelli da carne: fino a 110 euro per ogni capo di età inferiore a otto mesi e macellato tra il 1° marzo e il 30 giugno. Per queste filiere il totale stanziato è di 33 milioni. 

In caso di soccida le sovvenzioni andrebbero ripartite riservando un quarto al soccidario e il resto al soccidante.

Per la filiera del latte bufalino sono stanziati 2 milioni di euro.

Consistente aiuto ad ammasso di carne di vitello

Il fondo di 25 milioni per l’aiuto all’ammasso privato è diviso in 15 milioni per la carne di vitello e 10 milioni per i prosciutti Dop. In particolare, per i prosciutti certificati di età massima di 18 mesi, per un periodo di stoccaggio di 90 giorni, il contributo è pari a 3 euro al pezzo. Contributo che sale a 7 euro per prodotti di età di almeno 15 mesi per uno stoccaggio pari a 90 giorni e destinati al congelamento all’avvio della fase di stoccaggio, con conseguente declassamento ed esclusione dalle Dop nel limite massimo, di spesa di 7 milioni di euro. Il numero di prodotti che potranno beneficiare è costituito da due milioni di prosciutti. 

Per la carne di vitello, infine, il periodo di stoccaggio è fissato in 90 giorni, con un importo complessivo pari a 1,785 euro a tonnellata, con un minimo di 10 tonnellate.

 


Foto: Pixabay

 

red.