Forte recupero dell’export di formaggi e latticini. Se nel 2018 la crescita segnata era stata la più bassa degli ultimi dieci anni, per i primi sei mesi del 2019 si può parlare di vero e proprio boom. Le esportazioni del comparto sono salite di oltre il 12%, dopo l’aumento più contenuto dello scorso anno pari a solo il 3%. A ufficializzare il dato è Ismea su elaborazione dei dati Istat. Riprende quota l’invio dei prodotti lattiero caseari verso gli Stati Uniti mentre salgono ulteriormente le spedizioni in Giappone.
A trainare l’incremento delle esportazioni sono i formaggi stagionati, con un aumento maggiore di quello del comparto stesso, pari al 14,5%, per 772 milioni di euro (il 45% del totale). Bene anche quelli freschi, con +6,3% per un valore di 424 milioni.
Per gli stagionati è in ripresa la domanda dagli Stati Uniti: l’incremento è stato del 25% rispetto alle spedizioni dello scorso anno. I prodotti che hanno attraversato l’oceano hanno fruttato 147 milioni di euro. Una buona notizia dopo la contrazione delle vendite riscontrata da Ismea nel report Tendenze dello scorso maggio. Tra 2018 e 2017, infatti, il calo era stato del 5% in valore; un dato che, per la prima volta, portava il Paese sotto il 10% in termini di quota di mercato seppur restando il terzo partner commerciale dell’Italia per il settore.
Negli Stati Uniti sono andati molto bene il Grana Padano e il Parmigiano reggiano (+26%) ma anche i Pecorini (+28%). A tal proposito però, dal momento che all’aumento dell’export in valore si è accompagnato un incremento più che proporzionale delle quantità, il prezzo medio all’export è risultato in calo. Per questo motivo non c’è stato un guadagno per la filiera del latte ovino gravata da una forte crisi.
Anche il Giappone si è rivelato un florido terreno di destinazione per il Made in Italy lattiero caseario confermando la tendenza del 2018. Già lo scorso anno, infatti, l’export in valore era cresciuto del 5,2%. Nel Paese asiatico hanno fatto segnare una buona performance sia i formaggi stagionati (+22,8% per un valore di 19 milioni di euro) che quelli freschi (+24,9% con 17 milioni di euro).
Foto: Pixabay
redazione