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Cereali, con il boom del mais Usa scendono i prezzi e aumenta la produzione prevista

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I maggiori raccolti del mais negli Stati Uniti rispetto a quanto previsto spingono al ribasso l’Indice dei prezzi dei cereali e al rialzo le previsioni di luglio della produzione cerealicola mondiale. I nuovi dati arrivano dalla Fao e sono contenuti nell’aggiornamento dell’Indice dei prezzi dei prodotti alimentari e nel Bollettino sulla domanda e offerta di cereali

In generale, l’indice dei prezzi dei prodotti alimentari è in calo: -1,1% su luglio, ma in aumento dello stesso valore rispetto ad agosto 2018. A pesare su questo ribasso il brusco calo dei prezzi di cereali e zucchero, con un valore fermo a 169,8 punti.

Zucchero

Il calo è del 4% su luglio con l’indebolimento del real brasiliano e delle prospettive di maggiore export da India e Messico

Carne

L’aumento è molto contenuto: +0,5% sul mese precedente ma ben +12,3% rispetto a inizio anno. Molto è dipeso dalla forte domanda di import dalla Cina che ha visto pregiudicata la sua produzione nel settore suinicolo per via della peste suina africana. Nonostante la forte domanda di import, il prezzo della carne ovina e avicola rimane stabile con le maggiori disponibilità per l’esportazione dei principali produttori. In leggero calo le quotazioni della carne bovina nonostante il commercio rimanga robusto; il calo è da ricollegare alle oscillazioni monetarie di Paesi esportatori come l’Australia

Derivati del latte

Come la carne, incremento modesto (0,5%) ma positivo perché arriva dopo due mesi con segno meno. Decisivo l’aumento delle quotazioni di formaggio, latte scremato e intero in polvere

Oli vegetali

L’aumento è notevole, +5,9% e porta l’indice al valore più alto degli ultimi undici mesi. La domanda mondiale di import di olio di palma è in ripresa e le condizioni meteo sfavorevoli in Indonesia hanno fatto il resto. L’aumento del prezzo di olio di soia è dovuto al minor volume di semi frantumati in Nord America rispetto a quanto previsto

Cereali

Il maggiore calo si è avuto nel settore cerealicolo: -6,4% sul mese precedente. Il mais ha visto scendere le quotazioni per i raccolti maggiori negli Usa; il grano per via delle abbondanti disponibilità per l’export e la maggiore competizione tra i principali Paesi produttori, mentre il riso ha fatto segnare un aumento a causa dei fattori stagionali e dei timori per le condizioni climatiche in Thailandia. 

Sempre le maggiori previsioni di mais da Washington hanno spinto al rialzo le previsioni di luglio per la produzione di cereali nel mondo: +22 milioni di tonnellate e un valore globale di 2,708 miliardi. L’aumento è del 2,1% rispetto al 2018. Con il segno positivo anche la produzione di riso, rivista da luglio a 517 tonnellate e allo stesso livello record dello scorso anno grazie alle performance di Cina e Usa. I rilievi negativi riguardano invece il grano con le previsioni di produzione riviste al ribasso per la minore produttività delle coltivazioni in Russia e UE (comunque maggiore del 5% sul 2018).  

Il consumo di cereali dovrebbe raggiugnere il picco di 2,715 miliardi di tonnellate grazie al traino di riso (+0,5 Kg a persona), ma anche di grano, mais e orzo. 

La maggiore produzione di mais alimenterà le scorte negli Stati Uniti mentre in Cina sono destinate ad aumentare quelle di grano (di quasi l’8%). Le scorte mondiali raggiungeranno gli 847 milioni di tonnellate entro la fine della stagione 2020, comunque sotto i livelli di apertura per circa 16 milioni di tonnellate. Sul fronte commerciale, infine, restano immutate le previsioni a circa 415 milioni di tonnellate, con gli aumenti degli scambi di riso e grano a compensare il calo di mais e sorgo.

 

Foto: Pixabay

redazione