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Filiera avicola, a giugno prezzi in risalita. Salgono i consumi nei primi mesi dell’anno

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carni avicole_influenza aviaria

Prezzi in ripresa, consumi consolidati, sistema produttivo efficiente. Quello delle carni avicole si conferma un settore robusto, con un 2018 positivo su molti fronti. E a giugno, dopo cinque mesi di sofferenza, arrivano segnali incoraggianti. Nell’ultimo report sulla filiera avicola, Ismea ha infatti comunicato la ripresa dei prezzi del pollo all’origine. Il livello è nuovamente superiore allo scorso anno: +1,8% sul vivo e +1,4% all’ingrosso sul petto.

Nell’ultimo mese, però, il settore ha risentito delle condizioni climatiche. Le alte temperature tra fine giugno e inizio luglio, assieme alla solita tendenza a consumare le scorte prima delle vacanze, hanno comportato una riduzione della domanda. Ma le conseguenze del caldo hanno interessato anche l’offerta. I capi d’allevamento bevono molto e mangiano poco e pertanto non acquistano peso, in questo modo la disponibilità è ridotta e il mercato a inizio luglio è ancora incerto.

Inoltre, per ridurre l’affollamento degli animali per metro quadro e non portarli a pesi eccessivi al momento del carico, prevenendo anche le morti per asfissia, gli allevatori hanno anticipato il carico degli animali vivi. Si è passati così dall’eccesso di offerta all’eccesso di domanda per mancanza di animali pronti per il carico, sia come pesi che come numeri. Ecco che le quotazioni della carne macellata, nonostante la flessione dei consumi, sono in risalita.

Le carni bianche primeggiano sulle tavole

Da Unaitalia arriva invece il bilancio del 2018. Il settore avicolo – l’unica filiera autosufficiente, che copre cioè il fabbisogno nazionale con la produzione interna – ha generato ricadute per l’economia nazionale che sfiorano gli 8 miliardi di euro, quasi mezzo punto di Pil. Il settore ha mostrato poi la sua piena efficienza produttiva. Un suo elemento tipico, e vincente, è l’integrazione tra le diverse fasi, dal breeding all’allevamento alla distribuzione, che ha permesso di costruire una rete stabile tra gli operatori. La presenza di un numero ristretto di grandi operatori ha permesso di programmare la produzione in base alle esigenze della domanda.

Continua l’impegno degli allevatori per la riduzione dell’uso di antibiotici: il volume di farmaci impiegati si è ridotto del 76%.

Numeri positivi sul lato dei consumi. Nel 2018 la carne bianca si è confermata come la carne più consumata dagli italiani per il quarto anno consecutivo e anche nei primi mesi del 2019 c’è stata una ripresa dei consumi, con un aumento dell’1,2% dei volumi. Negli ultimi anni, segnati da un forte calo dei consumi di proteine animali, la filiera avicola ha risposto meglio di altre filiere grazie a un costante adattamento alle esigenze della domanda. L’offerta è stata diversificata con molte carni elaborate, prodotti dal valore aggiunto, novità e pietanze facili da preparare. Ad aiutare il settore c’è stato anche l’elemento dell’italianità delle carni bianche.

 

Foto: Pixabay

redazione