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Commodities alimentari, a gennaio quotazioni in rialzo

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Il 2019 si è aperto in modo positivo per i mercati delle materie prime alimentari: a gennaio quasi tutti i listini hanno registrato un aumento. Lo comunica l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (Fao), precisando che l’Indice Fao dei prezzi alimentari si è attestato su una media di 164,8 punti a gennaio, registrando un incremento dell’1,8% rispetto al mese precedente. Tuttavia, il valore resta più basso del 2,2% rispetto a quello registrato nel mese di gennaio 2018.

La crescita più consistente ha riguardato i listini dei latticini: l’Indice Fao dei prezzi dei prodotti latterio-caseari è, infatti, salito del 7,2% rispetto a dicembre, invertendo il trend negativo registrato nei sette mesi precedenti. Il rialzo è dovuto soprattutto alla forte domanda interna in Europa, che ha ridotto la disponibilità dei prodotti per le esportazioni. Inoltre, hanno contribuito anche le previsioni sul clima rigido in Oceania, che potrebbe ridurre le esportazioni dei latticini all’estero nei prossimi mesi.

È salito anche l’Indice Fao dei prezzi dei cereali, che a gennaio ha registrato una media di 168,1 punti. La riduzione delle forniture per l’esportazione e la forte domanda mondiale hanno fatto aumentare i prezzi dei cereali principali.

L’Indice Fao dei prezzi delle carni è invece rimasto quasi invariato rispetto a dicembre. La Fao precisa che il valore di gennaio è stato calcolato sulla base dell’ipotesi che negli Stati Uniti i listini della carne siano rimasti stabili, perché il blocco delle attività amministrative (government shutdown) non ha permesso di reperire i dati ufficiali. A livello globale, le quotazioni delle carni di bovini, maiali e pollame sono rimaste costanti, mentre i prezzi delle carni ovine sono diminuiti in corrispondenza con l’aumento delle forniture per l’esportazione in Oceania.

L’Indice Fao dei prezzi degli oli vegetali è aumentato del 4,3% rispetto al mese precedente, grazie soprattutto all’incremento dei listini dell’olio di palma, dovuto al calo stagionale della produzione nei principali paesi produttori. Anche i prezzi internazionali dell’olio di soia sono cresciuti, grazie alla robusta domanda d’importazione delle forniture sudamericane.

Infine, l’Indice Fao dei prezzi dello zucchero è aumentato dell’1,3% rispetto a dicembre. Il rialzo è dovuto principalmente all’apprezzamento della valuta (Real) del Brasile, il maggiore esportatore mondiale, rispetto al dollaro statunitense.

 

Foto: Pixabay

red.