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Latte, rialzo dei prezzi in Europa

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A partire da giugno, ogni mese il prezzo del latte alla stalla in Europa e in Italia ha registrato un lieve aumento. Tuttavia, si mantiene significativamente al di sotto rispetto ai livelli dello scorso anno. È quanto emerge dal rapporto: “Lattiero caseari: tendenze e dinamiche recenti” pubblicato da Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), secondo cui le quotazioni del latte crudo sul territorio nazionale si attestano su un livello medio di 36,4 euro/100 litri – sono quindi più alte del 2% rispetto alla quotazione minima registrata a maggio. Inoltre, il trend positivo del mercato del latte dovrebbe continuare anche nei prossimi mesi, sia a livello comunitario, sia in Italia.

Effetti della siccità – Secondo Ismea, i prezzi del latte alla stalla sarebbero aumentati nel corso dell’estate a causa di una produzione meno abbondante dovuta alla siccità, che ha ridotto le diponibilità foraggere soprattutto nel Nord Europa, facendo lievitare i prezzi delle materie prime destinate all’alimentazione del bestiame. Nei primi otto mesi del 2018 i prezzi dei mezzi correnti di produzione per gli allevamenti bovini da latte sarebbero cresciuti mediamente di quasi il 9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, trainati dai prezzi dei mangimi (+12%) e dagli aumenti registrati dai prodotti energetici (+8%).

Prezzi del latte alla stalla sul mercato nazionale – In Italia l’aumento dei prezzi alla stalla è stato determinato dalla flessione delle consegne ai caseifici durante l’estate, che sarebbe stata maggiore rispetto al calo stagionale atteso: sarebbe diminuita del 3% a luglio e del 13% ad agosto su base tendenziale, provocando un incremento dello 0,5% nel cumulato dei primi otto mesi del 2018.

Quotazioni dei derivati del latte sul mercato nazionale – Il mercato italiano dei derivati del latte si sarebbe assestato, secondo Ismea, su una “generalizzata situazione di prudenza”. Il Parmigiano Reggiano ha registrato complessivamente un aumento di circa l’1,5% per il prodotto più giovane (stagionatura 12 mesi) rispetto ai primi nove mesi del 2017. Anche il Gorgonzola, dopo il calo registrato a maggio, si è stabilizzato a 5,45 €/kg fino a settembre, riportando un aumento dell’1% rispetto allo scorso anno. Il Grana Padano è invece diminuito di oltre il 10%, rispetto ai primi nove mesi del 2017, registrando a marzo il livello più basso degli ultimi cinque anni (6,11 €/kg per il prodotto fino a 9 mesi di stagionatura). Infine, dopo il picco raggiunto a settembre 2017, i listini del burro si sono progressivamente abbassati.

Listini dei derivati del latte sul mercato dell’UE – A livello europeo, il mercato dei derivati del latte sta risentendo del rallentamento delle esportazioni verso la Cina. Nei primi nove mesi del 2018 i prezzi delle polveri magre sono scesi di oltre il 30%. Sono diminuite anche le quotazioni dei formaggi (edamer -12% nel periodo gennaio-settembre) a causa della spinta competitiva esercitata sui mercati esteri da parte del prodotto americano. Dopo i livelli record della scorsa estate, a settembre i listini del burro si sono assestati su 5,50 euro/kg.

Export prodotti europei – Nei primi otto mesi dell’anno le esportazioni dell’UE verso i Paesi terzi hanno mostrato un andamento negativo per tutti i principali prodotti: rispetto allo stesso periodo del 2017 le vendite del burro sono diminuite del 13%; quelle del latte intero in polvere del 15%; quelle dei formaggi e del latte in povere scremato dell’1%. Gli Stati Uniti rimangono il principale mercato di sbocco per i formaggi europei (anche se hanno acquistato il 7% di prodotti in meno rispetto allo scorso anno), seguiti da Giappone (verso cui le esportazioni sono aumentate del 13%) e Svizzera (+4%). La contrazione delle esportazioni del burro è dovuta in parte alle ridotte disponibilità comunitarie e in parte ai minori acquisti da parte di Arabia Saudita (-12%) e Cina (-10%). Il calo delle esportazioni di polveri magre (-1%) è stato determinato dai minori acquisti di tutti i principali clienti asiatici (Indonesia -26%, Filippine -35%, Vietnam -28%) e dalla maggiore competitività del prodotto oceanico.

Foto: © minadezhda – Fotolia.com

redazione