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Il comparto carni in Italia: bilancio del 1° quadrimestre 2018

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La recente disponibilità da parte dell’Istat dei risultati riferiti al 1° quadrimestre 2018 sulle macellazioni a carni bianche e rosse, nonché sul commercio estero di carni e animali vivi, consente di tracciare un primo bilancio parziale e provvisorio sulla disponibilità di carni in Italia. Con riferimento alle statistiche sulle macellazioni, occorre anticipare, comunque, che per le specie bovine e bufaline, da gennaio 2018 l’Istat ha avviato la diffusione dei dati di fonte amministrativa provenienti dai registri nazionali e, specificatamente, dalla banca dati del Ministero della Salute gestita dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo. I dati relativi alle altre specie continueranno ad essere rilevati dall’Istat sulla base di un’indagine specifica. Ciò premesso, i dati Istat sulle macellazioni a carni rosse e bianche indicano che nel periodo gennaio-aprile 2018 in Italia sono state prodotte complessivamente 1.209 mila tonnellate di carni-peso morto (+0,6% rispetto al corrispondente periodo 2017, ma -0,6% rispetto al precedente quadrimestre), di cui 787 mila (65,1%) a carni rosse, per le quali, pertanto, si sono registrati incrementi rispetto ad entrambi i periodi di confronto considerati (rispettivamente +3,5% e +2,6%). Nel loro ambito, sono stati avviati al macello complessivamente poco meno di 899 mila bovini e bufalini (+4,6 e -0,3%)%), con una corrispondente produzione di carni di 256 mila tonnellate in peso morto (+7,0% e -1,6% ). Dinamica in parte differenziata per le macellazioni di suini con 3,9 milioni di capi (-2,3% rispetto al pari quadrimestre 2017 ma +4,7% rispetto a quello immediatamente precedente), dalle quali sono state ottenute circa 518 mila tonnellate di carni in peso morto (rispettivamente +2,0% e +5,7%). Le macellazioni complessive di ovi-caprini, con poco più di 1,0 milioni di capi per 10,9 mila tonnellate, mostrano dinamiche opposte con decrementi del 9,1% e 11,6% in termini di capi avviati al macello e un lieve aumento dello 0,7% rispetto al pari quadrimestre 2017, a fronte di una flessione del 24,0%, per le corrispondenti quantità di carni ottenute dalle macellazioni dell’ultimo quadrimestre 2017.

Appare opportuno evidenziare che per quanto riguarda il numero di capi bovini e suini avviati al macello le statistiche di fonte amministrativa (anagrafi bovini e suini) per lo stesso periodo riportano aumenti rispettivamente del 3,6% e 5,7% rispetto al periodo gennaio-aprile 2017.
In netto calo rispetto sia al 1° quadrimestre 2017 che all’ultimo 2017 le macellazioni a carni bianche con una produzione complessiva di carne-peso morto pari a circa 422 mila tonnellate (rispettivamente -4,2% e -6,0%). Nel dettaglio, sono stati avviati alla macellazione poco più di 184 milioni di polli e galline (-1,5% e -4,0%) con una produzione di carne pari a 314 mila tonnellate, registrando, così, decrementi rispettivamente del -2,9% e 6,3%. Dinamica fortemente regressiva anche per le carni di coniglio e selvaggina, che con 7,4 tonnellate prodotte subiscono cali del 32,8% e 28,0%.

Interscambio di bestiame vivo e carni
Nel 1° quadrimestre 2018, sempre secondo i dati Istat, l’Italia ha acquistato dall’estero 348.082 capi bovini vivi registrando una flessione (-4,0%) rispetto al pari quadrimestre 2017 e addirittura -20,65 rispetto al precedente quadrimestre 2017. Decrementi anche negli acquisti di suini (480.621 capi, pari rispettivamente a -18,6% e -6,1%), ovini e caprini (in complesso, 341.769 capi, pari al -24,0% sul pari quadrimestre 2017, ma +14,2% rispetto a quello precedente), seguiti da equini e avicoli, rispettivamente importati per 8.568 (-26,9% e -15,2%) e 3.885.926 capi (rispettivamente -2,2% e -7,8%). Trends differenziati dal lato delle vendite all’estero per tutte le specie di animali considerate. Rispetto al pari quadrimestre 2017 le esportazioni di animali vivi risultano calate per bovini (-52,9%), equini (-63,6%) ed avicoli (-19,7%) e nulle (-100,0%) per suini ed ovi-caprini. Al contrario, rispetto al quadrimestre precedente 2017, mentre risultano sempre nulle le vendite di suini ed ovi-caprini ed in calo quelle di equini (-86,2%), quelle di bovini ed avicoli risultano incrementate rispettivamente del 43,8% e 337,0%.

Per quanto riguarda le carni, nel 1° quadrimestre 2018 le importazioni sono risultate complessivamente pari a 530,9 mila tonnellate (+3,9% rispetto allo stesso periodo 2017, ma -0,1% rispetto all’ultimo quadrimestre 2017), controbilanciate da vendite all’estero per 135,2 mila tonnellate (+7,8% rispetto allo stesso periodo 2017 ma -9,8% rispetto all’ultimo quadrimestre 2017). Nel dettaglio, con riferimento solo alle tre principali specie (bovini e bufalini, suini e pollame), le carni bovine (comprese le frattaglie) sono state acquistate per 129,2 mila tonnellate (+10,6% rispetto al 1° quadrimestre 2017, ma – 5,5% sul quadrimestre immediatamente precedente) ed esportate per 44,6 mila tonnellate (rispettivamente -19,2% e – 14,3%), per quelle suine con 357,0 mila tonnellate acquistate e 44,4 mila vendute si attribuiscono dinamiche opposte (rispettivamente -2,4% e +1,7% per le importazioni e +1,3% e -13,8% per le esportazioni), parimenti seguite da quelle di pollame con 24,4 mila tonnellate importate (+11,0% e -4,9%) e 47,1 mila esportate (+67,7% e -2,9%).

Dalle dinamiche suindicate ne consegue una disponibilità complessiva di carni (escluse le preparazioni) nel 1° quadrimestre 2018 pari a 1.600,9 milioni di tonnellate, con un lieve incremento dello 0,3,% rispetto al precedente quadrimestre 2017. Nel dettaglio, diminuisce l’offerta di carni bovine (da 345,2 a 337,0 mila tonnellate, pari al -2,4%), controbilanciate da quelle suine (834,5,1 mila tonnellate, pari al +5,1%). Ad eccezione delle carni equine (+11,3%), tutti gli altri tipi di carni considerate registrano cali più o meno significativi, ed in particolare, le carni di pollame, con 391,9 mila tonnellate (-5,7%), e quelle di coniglio e selvaggina (-26,9%).
Solo a completamento dell’argomento, vale la pena ricordare che le stime Istat sulle consistenze di fine 2017 hanno mostrato che il patrimonio nazionale di bovini e bufalini al 1° dicembre 2017 risulterebbe complessivamente pari a circa 6,4 milioni di capi (+0,6%), mentre il patrimonio suino, con 8,6 milioni di capi, risulterebbe in aumento dell’ 1,1%. In calo, invece, il patrimonio complessivo ovi-caprino con poco più di 8,2 milioni di capi (-1,2%).

Foto: © Joshhh – Fotolia

 

Bruno Massoli