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Grano, il ruolo dell’Asia come importatore

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grano tenero

L’Asia è destinata a ricoprire un ruolo sempre più rilevante nel mercato globale dei cereali. La domanda di questi prodotti da parte del continente asiatico dovrebbe infatti continuare a crescere, grazie al proliferare delle classi medie. Lo evidenzia un editoriale pubblicato sul sito World Grain, secondo cui questo tema era già stato affrontato qualche mese fa in occasione del “Global Grain Asia 2018”, che si è tenuto dal 12 al 14 marzo a Singapore. Durante il convegno, oltre alla guerra dei dazi tra Cina e Usa, i delegati avevano anche evidenziato la crescente richiesta di grano da parte dell’Asia.

Gli esperti sottolineano che, man mano che i nuclei familiari raggiungono lo status di ceto medio, generalmente consumano più prodotti a base di cereali, come pasta e pane, e di carne – che si traduce in una maggiore domanda di mangimi, che spesso vengono prodotti con i cereali. Secondo l’Ocse, entro il 2030 la classe media globale dovrebbe essere costituita da 4,9 miliardi di persone, circa 1,8 miliardi in più rispetto al 2009. Due terzi di questi individui si troveranno in Asia, mentre nel 2009 la percentuale della classe media cinese si fermava al 28%. La Cina è già il principale acquirente in molti mercati di cereali. L’Ocse si aspetta che la classe media cinese superi il miliardo di persone nel 2030, rispetto ai 157 milioni del 2009.

“Il peso della Cina nell’ambito del consumo di proteine non ha paragoni, è ancora in crescita ed è una questione di sicurezza nazionale – ha affermato nel corso del convegno Gavin Maguire, analista esperto di materie prime ed energia per Thomson Reuters -. La Cina consuma la metà della carne di maiale del mondo, un terzo di tutto il riso, della farina di pesce e dei prodotti a base di soia, e per sostenere le sue grandi industrie necessita delle importazioni. Il fabbisogno alimentare della Cina non ha eguali”.

Questo punto di vista è stato confermato anche da Emily French, amministratore delegato di ConsiliAgra, secondo cui è impossibile rendere l’idea di quanto sia importante la Cina come mercato alimentare e agricolo, e quali opportunità l’industria agricola statunitense potrebbe perdere se dovesse iniziare una guerra commerciale tra Cina e Usa. “Entro il 2033 i tre quarti delle famiglie cinesi saranno considerati ceto medio – ha spiegato l’esperta -. Si prevede che le importazioni alimentari e agricole della Cina cresceranno dell’11%”.

La dottoressa French aggiunge che in Cina è già presente il 33% della popolazione mondiale che ha un reddito annuo compreso tra $ 10.000 e $ 100.000, ed entro il 2026 altri 1.500 milioni di nuclei familiari si uniranno a questo gruppo. Precisa, inoltre, che la “Belt and Road Initiative (Bri)” lanciata nel 2013 dal Presidente Xi Jinping per rafforzare i collegamenti commerciali e infrastrutturali con l’Europa, il Medio Oriente e l’Asia centrale, collega oggi la Cina con 80 paesi ed è ancora in fase di estensione – presto la collegherà anche al Sud America. “La Cina ospita il 20% della popolazione mondiale, ma solo il 7% dei suoi terreni sono coltivabili – conclude l’esperta -, pertanto la sicurezza alimentare è un pilastro della Bri e della politica cinese”.

Foto: © mozZz – Fotolia.com

red.