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Mercato ovicaprino europeo: “strategica” la produzione italiana

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La produzione ovicaprina italiana occupa una posizione “strategica” all’interno del mercato europeo. Anche se rappresenta solo il 4% della produzione europea e non ha grande rilevanza a livello economico – nel 2017 costituiva l’1,2% del totale agricoltura ai prezzi di base – continua ad essere considerata determinante per lo sviluppo delle aree svantaggiate e per il suo ruolo sociale e ambientale. Lo sottolinea l’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), che ha preso parte all’incontro primaverile del gruppo di previsione per il settore ovicaprino, che si è svolto l’11 giugno a Bruxelles (Belgio) e ha affrontato la situazione del mercato ovicaprino in Europa.

L’Ismea informa che in occasione dell’incontro sono stati presentati i dati aggiornati sulla filiera ovicaprina in ambito nazionale e sono state tracciate le ipotesi di evoluzione del mercato nel 2018. L’Istituto precisa che il patrimonio italiano si attesta da anni intorno agli otto milioni di capi, di cui poco più di un milione è costituito da caprini. I problemi strutturali del comparto restano la continua contrazione dei consumi, la concorrenza estera e la scarsa redditività, che compromettono un’evoluzione espansiva del mercato ovicaprino italiano.

Durante l’incontro sono stati presentati i dati relativi alla domanda, all’offerta e ai prezzi in ambito nazionale, ed è stato evidenziato il risultato di un’indagine svolta da Ismea sulla redditività dell’allevamento ovino in Sardegna. Dall’analisi è emerso che solo l’alto livello del sostegno pubblico sta consentendo alle aziende nazionali di restare in attività.

 È possibile consultare la presentazione dell’Ismea e della Commissione Europea.

Foto: Pixabay

redazione